Un coro di “no” alla chiusura dell’ospedale di Barga

Un coro di “no” alla chiusura dell’ospedale di Barga

Luigi Casentini

di Luigi Casentini

BARGA - Un corteo di circa 800 persone è sfilato fino all'ospedale. Tutti uniti per dire no all’ipotesi di dismissione del nosocomio barghigiano in attesa della realizzazione del nuovo ospedale della valle.

Nonostante la pioggia si sono ritrovati in tanti, a Barga, per gridare forte “ il S.Francesco non si tocca”. Erano circa 800 i cittadini che hanno manifestato contro la possibile dismissione dell’ospedale barghigiano ipotizzata dalla ASL di Lucca in attesa della realizzazione del nuovo ospedale della valle. Numerosa anche la rappresentanza istituzionale, con diversi sindaci che hanno affiancato il primo cittadino di Barga e che hanno manifestato il loro dissenso al progetto di dismissione del San Francesco. Slogan, striscioni, cartelli; una vera e propria mobilitazione per dare un segnale forte all’ASL 2 e alla RegioneToscana che la popolazione della valle non è disposta a rinunciare allo storico ospedale barghigiano.
Partito dalla Chiesa del Sacro Cuore, il corteo si è snodato lungo via del Fosso fino a raggiungere l’atrio dell’ospedale. Qua si sono succeduti gli interventi istituzionali. E’ stata ribadita l’esigenza di mantenere il plesso ospedaliero e, anzi, di potenziare alcuni reparti. Non piace a nessuno, da queste parti, l’idea di trasferire tutto nel futuro nuovo ospedale la cui ubicazione è stata individuata a Piano Pieve. La nuova struttura infatti, potrebbe risultare estremamente ridotta anche rispetto all’ipotesi iniziale della Regione, che prometteva 130 posti letto.
Il senatore Andrea Marcucci, al termine della manifestazione, ha dichiarato che, se la Regione Toscana non fosse in grado di assicurare gli standard qualitativi con il nuovo ospedale unico, sarebbe preferibile investire per rafforzare le strutture esistenti – gli ospedali di Barga e Castelnuovo. “Avere un ospedale unico con pochi reparti sarebbe inconcepibile. La conferenza dei sindaci ha ancora margini decisionali rispetto all’ubicazione del nuovo plesso – prosegue Marcucci – decisione che deve essere assunta solo sui numeri e su criteri ispirati dalla miglior soluzione possibile per i cittadini”.