Lotta serrata al cinipide del castagno

Lotta serrata al cinipide del castagno

Guido Casotti

di Guido Casotti

PROV. DI LUCCA - Guerra al famigerato insetto che da qualche anno ha colpito il castagno e rischia di mettere in ginocchio l’intero settore castanicolo. L’onorevole Realacci ha presentato un’interrogazione parlamentare.

Durante la seconda guerra mondiale sfamò migliaia di persone affamate, soprattutto in Valle del Serchio e in Alta Garfagnana, e fu merce di scambio (farina per il sale) con la vicina popolazione della costa apuana. Oggi, a distanza di soli 70 anni, la sopravvivenza del castagno è messa in discussione. Si chiama cinipide il famigerato insetto che da qualche anno sta e rovinando la produzione di castagne, della relativa farina e di tutti i prodotti che costituiscono l’essenza di un settore castanicolo già parzialmente in ginocchio. In tal senso gli onorevoli Ermete Realacci, primo firmatario, Susanna Cenni e Luigi Dallai, hanno presentato un’interrogazione parlamentare ai ministeri delle politiche agricole alimentari e forestali, degli affari europei e dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare. Di fatto si chiede di intervenire per trovare soluzioni alle pesanti conseguenze che sta patendo l’economia del castagno e di individuare specifiche forme di indennizzo e di aiuto per la lotta biologica nel settore castanicolo, costituito da centinaia di piccole e medie imprese, anche nella provincia di Lucca, spesso a conduzione familiare e gravemente minacciate dal cinipide. Il presidente dell’Uncem Toscana, nonchè sindaco di Fabbriche di Vallico, Oreste Giurlani, ha voluto ringraziare i tre parlamentari per il grido di allarme lanciato. In effetti la produzione di castagne si sta azzerando e non si dovrà lasciare nulla di intentato individuando anche a livello di Unione europea specifiche forme di indennizzo e di aiuto per la lotta biologica nel settore castanicolo: l’Italia è al quarto posto nella produzione mondiale annua con 45 milioni di chili di castagne di altissima qualità. Anche i produttori della provincia di Lucca attendono risposte concrete.