Commercio al dettaglio ancora in crisi

Commercio al dettaglio ancora in crisi

Lorenzo Bertolucci

di Lorenzo Bertolucci

PROV. LUCCA - Tra gennaio e febbraio il saldo tra aperture di nuove attività e cessazioni è ancora negativo.

Il momento peggiore della crisi è alle spalle? Forse, ma i riflessi negativi continuano a farsi sentire, soprattutto nel mondo del commercio al dettaglio. A dirlo sono le rilevazioni dell’Osservatorio Confesercenti. Tra gennaio e febbraio il saldo tra aperture di nuove attività e cessazioni è ancora negativo. Un dato tra i peggiori, se non il peggiore negativo, degli ultimi anni: a chiudere sono state soprattutto donne e imprenditori over 50, mentre ad aprire con maggior frequenza, invece, giovani e stranieri.
Nel dettaglio nei primi due mesi del 2014 sono state 107 le attività che hanno cessato in tutta la provincia, 27 delle quali sono nel comune di Lucca.
Analizzando le singole categorie, colpisce ancora una volta la crisi di abbigliamento e ristorazione. Per quanto riguarda il primo settore in provincia tra gennaio e febbraio una sola nuova apertura a fronte di 15 chiusure; a Lucca 4 cessazioni e nessuna nuova iscrizione. Peggio i settori di ristorazione e bar che in provincia registrano un saldo negativo di 50 attività e a Lucca città di 11.
“Bisogna mettersi ad un tavolo – commenta Emanuele Pasquini, vicedirettore di Confesercenti Toscana Nord – per rimodulare le tariffe (dal suolo pubblico ai rifiuti) e soprattutto per lavorare su strumenti urbanistici che regolino le facili aperture le cui conseguenze sono evidentemente negative. Senza dimenticare infine la grande distribuzione; basta con i facili entusiasmi – dice Pasquini – per strutture che non fanno altre che drenare risorse locali con poche ricadute sul territorio”.