Uno scempio al Castellaccio di Aquilea

Uno scempio al Castellaccio di Aquilea

Luigi Casentini

di Luigi Casentini

LUCCA - Quello che doveva essere un restauro conservativo del campanile della chiesa del Castellaccio di Aquilea si sta invece rivelando una vera e propria demolizione. La denuncia viene dal comitato paesano che ha in progetto una vera e propria denuncia ai carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Artistico.

Uno scempio vero e proprio. Non ci sono altri termini per definire quello che sta accadendo alla chiesa del Castellaccio di Aquilea. Sebbene dell’edificio, risalente all’anno 1000 come impianto originale, siano rimasti in piedi solo i muri portanti e parte del campanile, il comitato paesano di Aquilea ha sempre richiesto un intervento quantomeno conservativo della struttura, ottenendo anche finanziamenti dalla Fondazione Cassa di Risparmio per 70 mila euro. Finanziamenti per i quali si sono esauriti i termini di erogazione, dato che la proprietà dell’edificio è della curia, e il direttivo del comitato non è mai riuscito a trovare un accordo con il vecchio parroco. Le condizioni della chiesa sono andate quindi man mano peggiorando, fino ad arrivare al 12 dicembre scorso, quando a causa di alcuni crolli, i vigili del fuoco hanno dichiarato inagibile l’area ed hanno notificato alla curia un ingiunzione per la messa in sicurezza dell’edificio. E’ stato dunque presentato un progetto che prevedeva di smontare pietra per pietra il campanile e le parti pericolanti per poi ricostruire le strutture in un secondo tempo, quando si sarebbero trovate le risorse necessarie. Ma i lavori iniziati martedì scorso hanno ben poco a che fare con un restauro conservativo, avendo il carattere di una vera e propria demolizione. Le pietre del campanile, risalente al 1700 circa, vengono gettate all’interno della chiesa senza nessun tipo di catalogazione o di riguardo, frantumandosi e frantumando anche le decorazioni in laterizio del pavimento e delle pareti. E questo nonostante il fatto che i lavori vengano supervisionati dalla Sovrintendenza. Una situazione che ha allarmato i membri del comitato paesano che puntano invece alla valorizzazione di quest’area. Tra le ipotesi formulate dal comitato, c’è anche quella di una denuncia ai Carabinieri per distruzione di opera d’arte. Là dove non arrivarono i colpi di mortaio dei tedeschi, i cui segni sono ancora ben visibili sulla parete esterna della chiesa, sta arrivando l’imperizia delle istituzioni, Sovrintendenza delle belle arti in primis, che ha autorizzato questo genere di intervento senza vigilare accuratamente.