Nicola Barsotti non era solo la notte del suicidio

Nicola Barsotti non era solo la notte del suicidio

Giulio Del Fiorentino

di Giulio Del Fiorentino

LUCCA - Grazie alla visione delle immagini delle telecamere istallate fuori dall Questura la Polizia ha ricostruito i momenti immediatamente precedenti alla fuga del giovane Nicola Barsotti, conclusasi con il triste epilogo del suo suicidio sotto le mura lunedi' notte

 

Gli investigatori della Squadra Mobile sono giunti all’identificazione di un uomo e di una donna che, quella stessa sera, sono stati ripresi dalle telecamere in sua compagnia. I tre si erano dati appuntamento proprio fuori dalla Questura. A richiedere quell’incontro era stato un amico di Barsotti nel tentativo di convincerlo a smettere di minacciare e picchiare la nuova ragazza, anche lei presente. Barsotti le aveva anche detto che aveva due coltelli e che non avrebbe mai accettato la fine del loro rapporto. L’amico – ha spiegato la Polizia – temendo una reazione incontrollata, aveva chiesto di avere un momento chiarificatorio fissato, a garanzia di tutti, nelle vicinanze della Questura. Sempre secondo la ricostruzione fornita dalla polizia quando Nicola Barsotti arriva all’appuntamento e’ fuori di se’. L’amico cerca di calmarlo, di farlo ragionare, di convincerlo a lasciare tranquilla la ragazza. Una bottiglia rotta contro un muro allerta l’operatore del 113 che fa intervenire immediatamente le pattuglie. Barsotti estrae un coltello e dice all’amico di farsi da parte colpendo più volte il muro. L’amico lo conosce da una vita, non crede alle sue minacce, lo esorta a discutere e tornare calmo. L’arrivo della Volante è provvidenziale per i due ma Nicola probabilmente teme di finire coinvolto in un ennesimo guaio giudiziario e scappa. L’amico e la donna, impauriti, decidono di allontanarsi. Sapranno solo il giorno dopo – dicono alla Polizia – della folle fuga di Nicola Barsotti del suo drammatico suicidio sotto le mura.