Dalla Regione 22 milioni per gli adeguamenti sismici

Dalla Regione 22 milioni per gli adeguamenti sismici

Guido Casotti

di Guido Casotti

PROV. DI LUCCA - Presto sarà emesso un bando da 22 milioni di euro per la messa in sicurezza sismica degli edifici toscani. Il 20% della somma sarà destinato ai privati, il resto sarà utilizzato per gli edifici pubblici e prioritariamente destinato alle zone a più alto rischio che sono la Garfagnana e l'Appenino.

 

Negli ultimi trent’anni la Toscana ha speso 161 milioni di euro per interventi di messa in sicurezza sismica. Dopo il 2012 dal governo sono arrivati 22 milioni, ma anche spendere quei 22 milioni, che pur sono ben poca cosa rispetto al fabbisogno, diventa un problema con i vincoli del patto di stabilità. Serve un piano decennale serio ed occorre togliere dalla contabilità gli investimenti per la prevenzione, ha avuto modo di precisare in queste ore il Governatore Enrico Rossi.

Nel dettaglio dal 1986 al 2014 la Toscana ha speso 110 milioni per sistemare 408 scuole e 51 milioni per 202 edifici pubblici giudicati strategici. Dopo l’ordinanza del 2003 della Protezione civile che ha imposto la valutazione della sicurezza sismica degli edifici pubblici strategici, sono state censite 1300 strutture pubbliche: ospedali, caserme, scuole, sedi istituzionali o palestre dove accogliere sfollati. Gli ospedali sono già tutti a posto, grazie agli ingenti investimenti degli ultimi anni.

Inoltre la Regione ha imposto a tutti i Comuni di adeguare i propri regolamenti urbanistici per renderli coerenti con gli strumenti di prevenzione sismica. In pratica, ciascun Comune deve effettuare studi dettagliati sulla sicurezza sismica del territorio (la cosiddetta microzonazione) al fine di individuare le zone più critiche anche per la valutazione di eventuali amplificazioni dovute a situazioni geologiche e morfologiche locali. Le sole mappe regionali a grande maglie a volte non sono sufficienti. 130 Comuni hanno già adeguato i propri piani regolatori e provveduto alla mappatura di dettaglio: 80 con fondi pubblici, 50 con fondi propri. Tra questi ci sono tutti e dieci i capoluoghi di provincia. Per 40 le valutazioni sono in corso, mentre 109 devono ancora adeguare i propri regolamenti.