Rabbia per la morte di Vania, forse era stata picchiata

Rabbia per la morte di Vania, forse era stata picchiata

Redazione

di Redazione

LUCCA - Pur vivendo nella paura Vania Vannucchi non si era mai rivolta alle forze dell'ordine. Intanto Pasquale Russo l'uomo arrestato per la morte dell'operatrice sanitaria di 46 anni aggredita e poi bruciata lunedi' nell'area dell'ex ospedale di Lucca, si è chiuso nel silenzio.

Agli inquirenti, dopo un lungo interrogatorio, avrebbe confermato di essere stato nei pressi dell’ospedale, di aver litigato con lei e di averle gettato la benzina addosso, “per imbrattarla”. Ma non di averle dato fuoco, non volevo ucciderla, avrebbe detto secondo il suo difensore, l’avvocato Gianfelice Cesaretti. “Forse lei stava fumando”, ha aggiunto quando ha cominciato a cedere davanti agli inquirenti. Prima di portarlo in questura gli agenti, che lo hanno prelevato nella sua abitazione, lo hanno dovuto accompagnare in ospedale per fargli medicare un’ustione all’avambraccio destro. Per gli inquirenti un’ulteriore prova della sua colpevolezza, anche se lui aveva tentato di giustificarla con un incidente mentre faceva dei lavori in casa. Venerdì sarà interrogato dal gip, mentre il suo avvocato annuncia che chiederà una perizia perche’ l’uomo era in cura da tempo e prendeva delle medicine. Con Russo, sposato con tre figli, la donna aveva avuto una relazione, interrotta qualche mese fa. Da allora Vania Vannucchi aveva vissuto in un clima di paura: secondo le testimonianze di alcune sue amiche quell’uomo avrebbe prima cercato di riallacciare il rapporto, poi avrebbe iniziato a perseguitarla e minacciarla. Tanto che la sua vittima, operatrice sanitaria all’ospedale di Pisa, divorziata e madre di due figli di 15 e 21 anni, stava pensando di denunciarlo per stalking. Purtroppo non ha fatto in tempo. Intanto venerdì Pasquale Russo comparira’ davanti al giudice delle indagini preliminari Giuseppe Pezzuti, che si rechera’ al carcere San Giorgio per l’udienza di convalida del fermo.