Vivono in case popolari ma comprano appartamenti con proventi di spaccio

Vivono in case popolari ma comprano appartamenti con proventi di spaccio

Guido Casotti -

di Guido Casotti -

LUCCA - Vivevano in una casa popolare a Sant'Anna, all'interno di un condominio dove si muovevano da padroni, ma grazie allo spaccio compravano case e terreni. La polizia ha arrestato Adelina Lisi, albanese di 40 anni, il figlio 23enne Hasan e il genero della donna, rumeno di 28 anni, Daniel Valentin Ungureanu.

Gestivano un vero e proprio market della droga in via Sforza dove ogni giorno, dalle 8 del mattino alle 11 di sera, arrivavano clienti di ogni eta’ – compresi molti minorenni – per comprare cocaina, hashish e marijuana. I clienti aspettavano sul pianerottolo e gli spacciatori entravano nell’appartamento per poi uscire con la droga. Nell’ambito della operazione la polizia ha sequestrato complssivamente 4kg di marijuana, 2 kg di hashish e 75 grammi di cocaina per un valore di svariate decine di migliaia di euro. Posti sotto sequestro anche beni immobili per 200 mila euro.

Ogni giorno, dopo avere accompagnato la figlia minore a scuola, l’indagata, tornava a casa, un appartamento di via Sforza, e iniziava l’attività che le ha permesso, in soli due anni, di acquistare immobili e terreni: lo spaccio di cocaina, marijuana e hashish, anche a clienti minorenni, che la donna portava avanti insieme al figlio e al genero.
La famiglia, di origini albanesi, aveva rimpiazzato in città i JARMOUNI, il nucleo famigliare marocchino finito in carcere in seguito ad un’operazione della Squadra Mobile di Lucca, nel giugno 2016.
Sequestrati due chilli di marijuana, un chilo di hashish e 15 grammi di cocaine, rinvenuti in un borsa, nel vano lavanderia, insieme al materiale per il confezionamento.
Poichè nel corso dell’indagine è emersa l’abitudine degli indagati di nascondere lo stupefacente negli spazi condominiali ovvero negli appartamenti di altri condomini, che si prestavano dietro compenso di denaro o per il timore di rappresaglie, dopo l’arresto dei tre, la Squadra Mobile, coadiuvata dall’Ufficio Volanti, dal Reparto Prevenzione Crimine di Firenze e dall’Unità Cinofila Antidroga di Padova, ha perquisito tutti gli appartamenti dello stabile e le aree comuni. Madre e figlio ed il genero rumeno sono ritenuti responsabili di spaccio aggravato per aver ceduto lo stupefacente anche a minorenni.
I clienti cominciavano ad arrivare già alle 8 del mattino; suonavano al campanello ed aspettavano al pianerottolo. Poco dopo venivano raggiunti dalla donna o dagli altri due indagati che, ricevuta l’ordinazione e accertata la disponibilità di denaro, tornavano nell’appartamento, prelevavano lo stupefacente e lo consegnavano al cliente, che aspettava al pianerottolo.
A  documentare il via vai degli spacciatori e le cessioni avvenute sul ballatoio del secondo piano del condominio di via Sforza una telecamera esterna e l’intercettazione dei dialoghi tra gli indagati e i clienti. Dialoghi chiarissimi poichè gli interlocutori non sospettavano di essere visti o ascoltati; pertanto erano espliciti i riferimenti alle sostanze richieste “coca” “erba” “fumo”, alla qualità “bella grassa” “roba pulita” “la roba più bella che esiste a Lucca”, al prezzo “un ventino trattato bene”, ai debiti contratti e agli oggetti lasciati in pegno. Perchè se alcuni clienti chiedevano di ricevere lo stupefacente a credito, altri pagavano con indumenti o generi alimentari appena rubati ovvero lasciando in pegno i telefoni cellulari, gli assegni, i documenti. Un vero e proprio mercato della droga quello monitorato in via Sforza: ogni giorno venivano effettuate tra le 25 e le 60 cessioni, dalle 8,30 del mattino alle 23/24 della sera, con tariffe ben precise: una dose da 0,8 grammi di cocaina costava 60 euro, mentre un grammo di marijuana poteva costare dai 5 ai 10 euro al grammo, a seconda della qualità. Un’attività estremamente reddittizia che ha permesso ai LISI di acquistare, in soli due anni, due immobili, a Capannori e a Porcari, in corso di ristrutturazione, entrambi sottoposti a sequestro preventivo; committente dei lavori, in un caso, la figlia di Adelina Lisi.
La famiglia albanese è inoltre proprietaria di due terreni agricoli: il primo è stato sottoposto a sequestro, mentre il secondo ospita un allevamento di cani di grossa taglia, oggetto, ieri, di segnalazione al Comando della Polizia Municipale per le pessime condizioni igienico-sanitarie dei luoghi e degli animali. Nel corso dell’indagine è emerso che nel terreno, qualche tempo fa, la famiglia LISI aveva nascosto una borsa contenente la somma di 35 mila euro. Ieri l’immobile è stato perquisito con la collaborazione di personale specializzato e del Reparto Volo di Firenze. Sono stati rinvenuti diversi bilancini di precisione e materiale per il confezionamento. Era la stessa donna a confessare, in qualche occasione, ai clienti più fidati, di spacciare per sostenere l’intera famiglia, ufficialmente mantenuta da un unico percettore di reddito, il marito, operaio di una cartiera: “stai bona … che c’ho dieci persone in casa da mangaire … io c’ho dieci che vogliono mangiare con uno stipendio” spiegando che il figlio ed il genero avevano cercato lavoro, senza successo. E se lo stipendio del marito era sufficiente a sfamare l’intera famiglia LISI, certamente non poteva bastare per l’acquisto degli appartamenti sottoposti a sequestro, indubbiamente frutto dei proventi dello spaccio “sto facendo la casa di mia figlia”.L’indagine ha preso le mosse da un sequestro di stupefacente che la Squadra Mobile ha operato il 27 luglio scorso quando, nel vano scale del condominio, furono rinvenuti un chilo di marijuana, mezzo chilo di hashish, oltre 60 grammi di cocaina e materiale per il confezionamento.