Una mostra che era in progetto già dall’estate ma che purtroppo è stata inaugurata solo all’indomani della morte dell’artista. Ma in questi quadri, messi a disposizione per l’occasione dal fratello, si ritrova tutto l’animo tormentato di Pier Paolo, la sua dirompente creatività, sfogo di un’esistenza a tratti estremamente dura verso l’autore che nella pittura trovò una valvola di sfogo. Pierucci non frequentò nessuna scuola d’arte, nessuna “bottega” ed era solito fare base alla locanda “Buatino” che per molti anni divenne una sorta di suo atelier personale dove era facile incontrarlo e dove metteva in vendita le sue opere, spesso con la pittura a olio ancora fresca.
di Luigi Casentini casentini@noitv.it
gianclaudio pierucci
21 Ottobre 2018 alle 20:20
iao fratellone