L’antico rito delle rogazioni si rinnova ancora nel piccolo borgo di Butia

L’antico rito delle rogazioni si rinnova ancora nel piccolo borgo di Butia

Guido Casotti -

di Guido Casotti -

BORGO A MOZZANO - Come avviene ormai da molti decenni, forse da secoli, è il suono della campana del piccolo campanile a vela della chiesa di Butia a chiamare i fedeli a raccolta per partecipare alle rogazioni di San Marco dedicate alla campagna. Sì perché il 25 aprile è una data importante anche per l mondo contadino legato alle fede cristiana.

 

Infatti il 25 è il giorno di San Marco e in questo piccolo borgo di Butia, siamo nel Comune di Borgo a Mozzano, si celebrano le rogazioni maggiori, nel passato non c’era borgo, non c’era paese dove nel corso della giornata spesso al mattino presto non si formassero processioni lungo i sentieri che costeggiavano terreni coltivati. Tutto ciò aveva lo scopo di pregare e chiedere la protezione per tutto il mondo agricolo. Oggi questo è andato in disuso. Sono infatti rari i luoghi dove si celebrano ancora le rogazioni secondo l’antico rito. Butia è uno di questi. Il piccolo e antico borgo ospita un piccola chiesa risalente al 1100 e si completa con la presenza di poche case posizionate intorno all’edificio sacro quasi con lo scopo di proteggerla. A celebrare il rito religioso è stato Don Marcello Brunini che sostituisce Don Francesco ancora convalescente. Dopo la santa Messa è partita la processione che ha fatto un piccolo giro intorno alle poche case per recarsi poi in aperta campagna dove Don Marcello ha chiesto la protezione per il raccolto e tutto il mondo agricolo forestale: Don Marcello Brunini. Questo nel passato era un rito pagano e solo durante il papato di San Gregorio Magno nel VI° secolo dopo cristo diventò una pratica cristiana a tutti gli effetti che ha avuto e che ha molto credito religioso nel mondo rurale e nel mondo contadino e che non a caso si ripete ininterrottamente da tanti secoli. Fino ai giorni nostri.