Via il cantiere all’ex casa del fascio: non più edifici, ma un’area verde attrezzata

Via il cantiere all’ex casa del fascio: non più edifici, ma un’area verde attrezzata

Redazione

di Redazione

VIAREGGIO - Il volto della Città di Viareggio è profondamente mutato negli ultimi 30 anni, secondo gli scenari prefigurati dal piano regolatore vigente. L’antica vocazione turistica di quella che era ribattezzata La Perla del Tirreno, ha lasciato il posto a trasformazioni urbanistiche residenziali e commerciali che talvolta hanno sollevato non poche polemiche.

Uno degli ultimi spazi pregiati, fronte mare, rimasti, è quello in piazza Mazzini dove una volta c’era la casa del Fascio. Fu parcheggio a pagamento dalla metà degli anni 90, poi, dismesse le strisce blu, quell’area privata, oggetto di una variante urbanistica, prevedeva l’edificazione di un complesso residenziale direzionale, quindi case e uffici di grande pregio con l’accordo che un intero piano per circa 500 mq. Sarebbe stato destinato al comune di Viareggio per uffici pubblici. Nel 2012 l’area fu cantierata, ma i lavori, non sono mai partiti. Oggi l’amministrazione Del Ghingharo vorrebbe che li nascesse una nuova area verde attrezzata. Questa la destinazione prevista dal nuovo Regolamento Urbanistico per l’area dell’ex casa del fascio. L’osservazione è stata proposta dall’Amministrazione, tramite l’assessore Federico Pierucci, alla commissione urbanistica per l’inoltro al consiglio comunale di lunedì 29 aprile.
Tramontata quindi definitivamente la possibilità di costruire? Non proprio. O almeno, non ancora. Perché i proprietari dell’area vantano una convenzione urbanistica valida fino alla fine del 2019: per cui teoricamente, potrebbe essere richiesto il rilascio di nuovi permessi a costruire – quelli vecchi sono scaduti – e, una volta pagati i relativi oneri, l’intervento potrebbe essere fatto.
«Possibilità abbastanza remota – spiega l’assessore Pierucci – ma, in ogni caso, la situazione sarebbe comunque sbloccata»
«Il nostro obiettivo, aggiunge, è restituire dignità a quello che da anni si configura come un cantiere aperto e quindi porre fine a uno scempio iniziato con un’operazione che come si è visto non aveva gambe per stare in piedi».