Scritta offensiva contro i medici di Viareggio, la condanna dell’Asl

Scritta offensiva contro i medici di Viareggio, la condanna dell’Asl

Redazione

di Redazione

VIAREGGIO - Offese ai medici di base in una scritta apparsa nella giornata di domenica accanto all'ingresso interno degli ambulatori dell'ex ospedale Tabarracci di Viareggio. La denuncia è arrivata dalla figlia di una delle dottoresse operative presso l'AFT1 Versilia, Alice Martinelli, giornalista viareggina inviata delle "Iene", che ha pubblicato le immagini sui social indignata per l'accaduto.

Di questa Aggregazione Funzionale Territoriale, un un raggruppamento di medici di medicina generale incaricato di garantire la tutela della salute della popolazione di riferimento, fanno parte i dottori Pardini (coordinatore), Petrucci, Cupisti, Bianchini, Giorgetti e Mallegni. Gli autori della scritta ricordano i 270 medici morti a causa della pandemia e puntano il dito sulla burocrazia che rallenterebbe la sanità, accusando il personale sanitario.

Nel tardo pomeriggio di domenica la Asl Toscana nord ovest in una nota ha espresso forte condanna per “il gesto incivile”.

“La scritta accanto agli ambulatori del Tabarracci – afferma il direttore generale  Maria Letizia Casani – offende in maniera intollerabile sei professionisti  che si impegnano quotidianamente per venire incontro alle esigenze dei propri assistiti e che non si sono mai risparmiati neppure durante l’emergenza Covid. Siamo vicini ai sei medici e condanniamo questo gesto vile e sconsiderato”.

“L’AFT in questione – aggiunge il direttore di Zona Distretto della Versilia Alessandro Campani – è da considerare un vero fiore all’occhiello nell’ambito dell’assistenza territoriale. So che gli assistiti dei sei medici sono molto soddisfatti e posso assicurare che questo gruppo si integra in maniera adeguata con l’attività ospedaliera e territoriale dell’Asl. Fra l’altro si tratta di una AFT che sta già pagando un tributo non indifferente al Covid”.

“Ormai non è un mistero – sottolinea  il coordinatore di AFT  Massimo Pardini – che  io dal 18 dicembre scorso sia ammalato di Covid, contagiato da un mio assistito risultato positivo.  Eppure rispondo 24 ore su 24 alle telefonate dei pazienti, che hanno bisogno del mio supporto, per questioni legate al Covid ma anche per altre problematiche tipo un mal di schiena. Con tutto il gruppo abbiamo deciso di fare questo e quindi anche i miei cinque colleghi fanno lo stesso, per non lasciare mai da sole persone che contano sul nostro aiuto. In più gli altri medici (io attualmente non posso) lavorano anche 12 ore al giorno in ambulatorio, dove si recano anche quando non sarebbero tenuti a farlo. Per questo la frase sul muro ci ha fatto molto arrabbiare e lo consideriamo un gesto vigliacco e profondamente ingiusto”.