Lunardini, dimissioni ufficiali

Lunardini, dimissioni ufficiali

Redazione

di Redazione

VIAREGGIO - E’ ufficiale il sindaco Luca Lunardini, dopo averlo annunciato, ha firmato e protocollato le dimissioni. Si apre così il delicatissimo periodo di venti giorni in cui politicamente può accadere di tutto.

E’ ufficiale il sindaco di Viareggio, dopo averlo annunciato, ha firmato e protocollato le dimissioni. Si apre così il delicatissimo periodo di venti giorni in cui può accadere di tutto, dopo che è venuto meno il supporto di Renzo Pieraccini di Vivere Viareggio e poi quello dei due esponenti dell’Udc Michele Di Santo e del Presidente del consiglio Paolo Spadaccini.
Tre voti che hanno mandato la maggioranza di centrodestra sotto, come si dice in gergo. Lunardini in una nota ha ribadito che a far franare il terreno non sono stati problemi amministrativi, in altre parole le difficoltà della Fondazione Carnevale, ma questioni politiche, con una parte della maggioranza che ha deciso di chiudere l’esperienza politica. Adesso però sembra sempre più certo l’arrivo del commissario straordinario, salvo miracoli politici.
Se Lunardini infatti volesse provare a rimettere in piedi una maggioranza dovrebbe trovare nel panorama del consiglio comunale almeno tre consiglieri da sdoganare tra i suoi, ma l’operazione sembra essere quasi impossibilie. Nino Sergiampietri di Vivere Viareggio che andrà a occupare il posto di Pieraccini ha già dichiarato per bocca del suo partito che si prefigge come obiettivo quello di porre fine all’esperienza del governo Lunardini. Allo stesso tempo dalla Lega Nord, dove dovrebbe entrare quanto prima Bruno Puccinelli, arriverebbero segnali di voler chiduere l’esperienza lunardini. Inutile dire che da Pd e Sinsitra che hanno presentato un mozione disfiducia è pratiametne impossibile incassare appoggi. A Lunardini quindi rimangono due strade percorribili o chiudre l’esperienza di questo mandato, oppure provare a ricompattare una maggiroazna sostituendo i voti dell’Udc e di vivere Viareggio con altri nomi operazione che significherebbe però perdere molta autonomia politica e amministrativa.