Eurosak, strada in salita per salvare l’azienda

Eurosak, strada in salita per salvare l’azienda

Gabriele Mori

di Gabriele Mori

PORCARI - Si complica la vertenza Eurosak. Adesso lo strappo con la Cisl e la confcooperative appoggiata dal gruppo di operai che hanno dato vita alla New Eurosak è sempre più forte.

Il sindacato ha convocato una conferenza stampa per rigettare le accuse che gli sono state mosse da New Eurosk e Confooperative, ovvero di aver proposto una nuova asta per l’affidamento della fabbrica di Porcari. Il segretario della Femca Cils Pierotti, non ha mezzi termini e replica dicendo: “Confcooperative e la New co. vorrebbe che noi si appoggiasse un piano industriale senza neppure averlo visto. Questo è inacettabile”. La situazione sicuramente però per il futuro di Eurosk è sempre più difficile. Ogni giorno che passa la possibilità di riaccendere, secono Cisl si allontana e al momento sull’azienda grava anche quella che sarà la decisione della Cassazione. Il terzo grado di giudizio infatti dovrà pronunciarsi sulla legettimità delle decisioni del triunale fallimentare, per aver tolto l’azienda alla famiglia Colombini. Inoltre i numero che forniscono dalla Cisl sono chiari: perché la fabbrica funzioni servono almeno 50 operai e al momento invece sono rimasti in carico all’azienda solo 20 dipendenti. Inoltre per aver almeno il pareggio di bilaci servono circa 350 mila euro per partire. Una situazione non facile. Adesso si tratterà di capire cosa deciderà il tribunale di Lucca e i 10 dipendenti che insieme alla famiglia colombini e ad altri soggetti hanno dato vita alla New Eurosak.