Scarti di cartiera, Lucense presenta un nuovo progetto

Scarti di cartiera, Lucense presenta un nuovo progetto

Redazione

di Redazione

CAPANNORI - Sperimentare in cartiera su impianti pilota tecnologie innovative per la separazione dei materiali, in particolare plastiche eterogenee e cellulosa, presenti nello scarto di pulper.

Questo l’importante obiettivo del nuovo progetto ‘Placet’ presentato da Lucense insieme al Comune di Capannori al Ministero dell’Ambiente nell’ambito di un bando sull’Economia circolare che ha ottenuto un finanziamento ministeriale di 125 mila euro, pari al 50 per cento del suo costo totale. L’innovativo progetto è stato presentato questa  nel corso di una conferenza stampa svoltasi al Polo Tecnologico di Segromigno in Monte alla quale sono intervenuti il sindaco Luca Menesini e il presidente di Lucense, Giovanni Gambini.

Il progetto ‘Placet’ ammesso a finanziamento insieme a soli altri 5 progetti in tutta Italia, ha come obiettivo il riutilizzo di buona parte della cellulosa estratta nel processo produttivo della cartiera e il recupero delle ‘plastiche eterogenee leggere’, per la stampa di manufatti e in particolare di pallet.

Si pone quindi in modo complementare al progetto ‘Ecopulplast’, già attivo, finanziato dal programma europeo LIFE (circa 1.300.000 euro di investimenti cofinanziati al 60%), finalizzato allo sviluppo di un impianto pilota per lo stampaggio dei materiali plastici contenuti nello scarto di pulper delle cartiere, per la produzione di pallet.

Siamo di fronte ad un progetto altamente innovativo per il nostro territorio e per un settore, quello dell’Economia Circolare, sul quale la nostra amministrazione sta puntando molto, essendo anche una delle mission fondamentali del nostro Polo Tecnologico- afferma il sindaco Luca Menesini -. Trasformare gli scarti dei processi industriali e in questo caso delle cartiere che costituiscono una delle principali realtà produttive di Capannori in nuovi materiali e quindi in nuova ricchezza è una sfida molto importante e affascinante che noi abbiamo accolto e che portiamo avanti con determinazione. Credo che questo nuovo progetto che ci pone all’avanguardia nell’utilizzo di nuove tecnologie, non solo a livello locale, possa dare risultati importanti in questo senso e farci compiere ulteriori passi avanti sulla strada dell’economia circolare”.

Per l’amministrazione Menesini il rapporto con Lucense è un rapporto importante, perché rappresenta un partner con cui il Comune di Capannori sta lavorando per affrontare e trovare soluzioni innovative su due grandi sfide della contemporaneità, ovvero l’economia circolare e la mobilità sostenibile. In quest’ottica, l’amministrazione comunale ha deciso di acquistare un numero maggiore di quote della società – l’acquisto sarà formalizzato nel prossimo Consiglio Comunale – in modo da entrare a far parte della governance di Lucense.

Sono molto soddisfatto che il progetto ‘Placet’ sia stato finanziato- afferma il presidente di Lucense, Giovanni Gambini -, perchè ci consente di sperimentare tecnologie innovative per la separazione di materiali di scarto contenuti nel macero utilizzato dalle cartiere, che negli anni hanno rappresentato un problema e che domani invece potranno divenire una risorsa. Importante la complementarità con il progetto ‘Ecopulplast’, perchè da una parte sarà possibile selezionare gli scarti e dall’altra trasformarli per il loro riutilizzo. Nel corso degli ultimi anni Lucense ha rafforzato struttura e competenze in materia di sostenibilità, economia circolare e nuovi materiali, e su questi temi ha avviato alcuni progetti con il socio Comune di Capannori. Il finanziamento anche del progetto Placet premia il nostro impegno”.

L’obiettivo di Placet, ovvero recuperare scarti dai processi produttivi, è in linea anche con le finalità del progetto RILAB sviluppato da Lucense in collaborazione con il Comune e già operativo all’interno del Polo Tecnologico, ovvero un sistema di laboratori realizzati in collaborazione con LMPE spin-off del consorzio interuniversitario INSTM, il Consorzio INSTM e il Dipartimento di Chimica dell’Università di Pisa per favorire la ricerca industriale nel settore dei bio-polimeri e dei nuovi materiali ottenuti da scarti, per sviluppare nuove applicazioni per le imprese del territorio.