Condannato per errore: libero dopo tre anni e mezzo di carcere

Condannato per errore: libero dopo tre anni e mezzo di carcere

Redazione

di Redazione

VIAREGGIO - Tre anni e mezzo trascorsi in carcere, ingiustamente. E oggi un giovane muratore tunisino , accusato ben otto anni fa di aver compiuto una rapina, è tornato in libertà. Il reato lo aveva commesso un suo connazionale.

Munir Knani, questo il nome del tunisino innocente, la notte dell’aggressione era a casa a dormire. Il suo calvario inizia il 7 settembre del 2011: l’uomo si trovava in un bar della stazione di Viareggio per prendere un caffè prima di andare al lavoro. Lì viene individuato da un anziano che, dopo averlo fissato a lungo, ha chiamato la polizia. Munir viene identificato e denunciato perché, secondo il racconto di questa persona, era lui uno dei due giovani che, qualche ora prima, lo aveva rapinato del portafogli con un’ascia e un coltello in quel locale.  “Ero sotto choc – racconta oggi l’uomo al quotidiano La Nazione, arrivato a Viareggio dalla Tunisia quando aveva 20 anni e che nel tempo aveva messo in piedi una sua ditta edile e aveva trovato una compagna – mi sembrava tutto assurdo. Alle 3 di notte ero a dormire. Nelle immagini delle telecamere della stazione io non comparivo a quell’ora, pensavo ad un equivoco che si sarebbe chiarito”. Purtoppo non è andata così.

Munir viene condannato in primo grado il 30 maggio 2012 a 4 anni e otto mesi, senza che “contro di lui – racconta sempre alla Nazione – ci fosse un minimo riscontro”. Due anni dopo, la Corte di appello di Firenze conferma la sentenza di primo grado. E la stessa cosa accade altri due anni dopo, nel 2016, in Cassazione. A quel punto per Munir si aprono le porte del carcere, dove rimane fino allo scorso novembre quando gli vengono concessi i domiciliari. Ma grazie al suo avvocato, e ad un ispettore di polizia, le cose vanno finalmente nel verso giusto. I due riescono a rintracciare in Germania una donna, che ai tempi del fatto era la compagna del vero autore della rapina e che nel frattempo era stato arrestato sempre per lo stesso reato commesso a Viareggio. La donna ha confermato così l’estraneità di Mounir. A quel punto la Cassazione ha disposto la revisione del processo, che si è tenuto a Genova e che si è concluso con la riabilitazione dell’uomo.