Aumento giorni fermo pesca, anche la Toscana si unisce al coro di proteste

Aumento giorni fermo pesca, anche la Toscana si unisce al coro di proteste

Massimo Mazzolini

di Massimo Mazzolini

VIAREGGIO - Aumentare le giornate di stop alla pesca rischia di mettere in ginocchio un settore già alle prese con varie criticità, non ultima l’emergenza sanitaria in atto. Anche la Toscana, per voce della vicepresidente Stefania Saccardi, si unisce al coro di proteste derivanti dalle nuove disposizioni introdotte dal Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, in base alle quali vengono raddoppiate le giornate di fermo pesca tecnico.

La posizione della Toscana su questo punto, spiega l’assessore regionale alla pesca , è sempre stata chiara, e non da ora. Da tempo infatti la regione chiede la modifica della regolamentazione del fermo pesca che, così com’è impostato, non sembra portare benefici alla fauna ittica e crea notevoli problemi alle imprese andandosi a sommare a tutta una serie di problematiche che finiscono per impattare in modo molto negativo sul settore. La drastica riduzione delle giornate di pesca a circa 130 all’anno, denuncia Coldiretti Impresapesca, mette a rischio il futuro della flotta a strascico in Toscana, il segmento più importante per occupazione e produzione ittica. Il settore, spiega Coldiretti, a livello nazionale ha già pagato un conto da 500 milioni di euro all’emergenza Covid per effetto di produzione invenduta, crollo dei prezzi e chiusura dei ristoranti, assieme alle forniture di pesce italiano sulle tavole aprendo un varco sempre più ampio alle importazioni dall’estero.“Le catture più importanti della flotta da pesca toscana riguardano il pesce azzurro. Oltre il 25% dell’offerta nazionale di sarde proviene dall’attività di pesca esercitata in Toscana che conta 1600 imprese e 25 milioni di euro di fatturato. Coldiretti-Impresapesca chiede che, con l’insediamento del nuovo Ministro, si possa, nel più breve tempo possibile, affrontare il problema delle giornate di pesca, Ora la Regione attende che alcune delle richieste formulate possano venire accolte e che si trovino modalità per strutturare il fermo pesca in modo alternativo, adottando misure compensative e gestionali differenti.