Pandemia e abbandoni animali, al canile di Pontetetto tanti arrivi per rinuncia alla proprietà

Pandemia e abbandoni animali, al canile di Pontetetto tanti arrivi per rinuncia alla proprietà

Virginia Torriani

di Virginia Torriani

LUCCA - I cani entrano nella struttura perché i proprietari non possono tenerli con sé, ma anche le adozioni sono stabili. Il rapporto speciale cane-padrone raccontato anche nel libro "Il doppio dei miei passi" di Paolo Innocenti.

Sono 50 gli attuali ospiti del canile di Pontetetto. Si tratta prevalentemente di cani conferiti. Ovvero animali pronti per essere adottati, dal momento che il precedente padrone ha rinunciato alla loro proprietà oltre che alla loro compagnia e affetto, affidandoli alle cure della struttura di accoglienza. In questi primi 12 mesi di pandemia, in cui molto si è sofferta la solitudine, le adozioni sono state regolari, come pure le altre attività del canile.

Con i microchip – spiegano le volontarie del canile – l’abbandono brutale del cane, lungo una strada o a un autogrill, non esiste più per fortuna; ma continuano ad essere molti i padroni che per svariati motivi – una separazione, la nascita di un figlio, un trasloco – non possono più occuparsi dei propri cani. Di base – precisano – l’errore è a monte, scegliendo di prendere un cane con troppa superficialità, mentre è bene essere consapevoli che si tratta di un impegno a vita.

Molto diversa dalle storie di abbandono è la vicenda che si legge nel libro “Il doppio dei mei passi” di Paolo Innocenti, un romanzo autobiografico che racconta il rapporto speciale tra l’autore e Achille.

Un libro che fa bene al cuore e che aiuta anche gli animali, dal momento che parte del ricavato va all’Enpa. Per chi volesse invece adottare un ospite del canile.