Perché al Pd lucchese servirebbero alternative a Raspini

Perché al Pd lucchese servirebbero alternative a Raspini

Giulio Del Fiorentino

di Giulio Del Fiorentino

LUCCA - Per la scelta del candidato sindaco il PD rischia di infilarsi in un vicolo cieco a causa dell'imposizione di un unico profilo da parte di un'ala del partito: per capire invece cosa pensa la base degli elettori servirebbero quelle primarie che l'uscente Tambellini e lo stesso Raspini sembrano voler evitare.

Francesco Raspini, assessore e delfino del sindaco Tambellini, ha rotto gli indugi piazzando la sua candidatura alle prossime amministrative durante l’assemblea del Pd lucchese. La scorsa settimana aveva annunciato di essere disponibile e adesso ha calato un carico che anziché’ compattare divide, se mai ce ne fosse stato bisogno, il partito democratico. Perché’ esperienza insegna che di certe cose prima se ne parla e poi si esce con decisioni condivise mentre stavolta la sensazione e’ che si siano volute stoppare possibili e più che valide alternative. A mal consigliarlo quasi certamente il suo mentore e sindaco uscente ed i suoi collaboratori che sembrano non aver chiaro come le quotazioni del primo cittadino siano in deciso ribasso. Per questo un Pd che voglia almeno combattere alla pari con il centrodestra non può permettersi di subire le decisioni. Un partito che in questo momento ha bisogno di essere lungimirante deve piuttosto guardare in modo propositivo al futuro attraverso nomi e profili diversi in grado di proporre novità nel programma di rilancio della città.

La strada scelta da Raspini e Tambellini è invece la stessa gia’ vista alle ultime regionali quando il sindaco ha imposto la candidatura di Francesca Fazzi mandandola di fatto al massacro e dimostrando di non avere minimamente il polso della situazione dal momento che invece, a pochi metri di distanza, Valentina Mercanti le elezioni le ha vinte eccome. Ecco perché’ se vuole provare a vincere le elezioni il centrosinistra deve cambiare strategia.

Due gli aspetti incontrovertibili. Il primo è che quel Tambellini che oggi di primarie non vuole sentir parlare,  e’ lo stesso che nel 2007 pretese che l’Unione si affidasse al voto primario come unico, vero e giusto esercizio di democrazia politica. Primarie che poi Tambellini perse schierandosi contro l’ex presidente della provincia Andrea Tagliasacchi, l’ex consigliere provinciale dell’Italia dei Valori Bruno Rossi ed Elisa Del Chierico. L’altro aspetto incontrovertibile è che nonostante Raspini non abbia più la delega ai rifiuti, i lucchesi hanno ben presente quanto combinato dal comune con la riorganizzazione della raccolta porta a porta e un partito che voglia provare a difendere la roccaforte ne dovrebbe necessariamente tener conto affidandosi ad una tornata interna per capire che aria tira a Lucca.