Cesvot Lucca, servono rinforzi al volontariato in 2 associazioni su 3

Cesvot Lucca, servono rinforzi al volontariato in 2 associazioni su 3

Redazione

di Redazione

PROV. LUCCA - Il 66% delle organizzazioni intervistate dichiara che i volontari sono stabili o in diminuzione, una su due ha il problema di reperire finanziamenti.

Il volontariato lucchese chiede aiuto: servono rinforzi, volontari più giovani e nuove risorse economiche.  E’ la fotografia che emerge dalla rilevazione promossa da Cesvot e pubblicata nel Quaderno “Le organizzazioni di volontariato. Identità, bisogni e caratteristiche strutturali in Toscana” a cura di Irene Psaroudakis e Andrea Salvini dell’Università di Pisa. La ricerca si è svolta da aprile a novembre 2020 ed ha coinvolto il 46% delle 354 organizzazioni di volontariato del territorio. Sono oltre 8mila i volontari su cui le associazioni intervistate possono contare; si tratta prevalentemente di uomini – il 52,9% – appartenenti alla fascia di età 30- 54, in cui si identifica il 44,5% dei partecipanti. Segno di un aumento dell’età dei volontari sempre più marcata: solo l’1,3% di questi ha meno di 18 anni, il 13,9% ha tra i 19-29 anni, il 22,4% tra i 55-64 e il 17,9% ha più di 65 anni. Una tendenza anagrafica che richiede un cambio di marcia: per 2 associazioni su 3 servono nuove forze, un’esigenza avvertita persino di più della necessità di reperire nuove risorse economiche (tema sentito come fondamentale “solo”, si fa per dire, dal 50,4% degli intervistati). Altro nodo emerso dall’indagine il miglioramento della presenza delle associazioni sul territorio: il 31% delle organizzazioni lucchesi dichiara che sarebbe necessario incrementare la collaborazione con gli enti pubblici nello spirito della coprogettazione, mentre l’11,7% indica la strada del fare rete con altri enti del terzo settore. Il settore comunque denota resilienza pur in una fase difficile, come quella attuale, segnata dalla pandemia: il 46,9% delle associazioni ha organizzato attività in risposta all’emergenza sanitaria e tra queste, il 17,7% ha introdotto nuove attività rispetto a quelle normalmente svolte, il 21,5% ha continuato a erogare servizi già presenti, mentre il 60,8%  pur continuando a svolgere anche le attività consuete ha avviato anche nuovi progetti.