E’ ripreso a Firenze il processo di Appello bis per la strage Viareggio

E’ ripreso a Firenze il processo di Appello bis per la strage Viareggio

Roy Lepore

di Roy Lepore

Firenze - Ripartito stamani a Firenze il processo di appello bis sulla strage ferroviaria di Viareggio del 29 giugno 2009, che causò 32 vittime, tanti feriti e incendi nell'abitato, dopo un rinvio dovuto alla necessità di tradurre in tedesco la sentenza della Cassazione.

Nelle parti, 159 pagine, che riguardano gli imputati tedeschi, persone fisiche e società ferroviarie della Germania fornitrici. Tra gli imputati per cui la Cassazione ha chiesto un nuovo passaggio in corte di appello non ci sono solo vertici e dirigenti di Fs e Rfi, tra cui l’ex ad Mauro Moretti che oggi non è in aula, già condannato a 7 anni ma la cui posizione può cambiare in base alla volontà di avvalersi della prescrizione da lui espressa di persona alla corte nella prima udienza del 7 marzo 2022. Nelle fasi precedenti del procedimento invece Moretti aveva sempre dichiarato di rinunciare alla prescrizione anche per il reato di omicidio colposo venuto meno con la cancellazione in Cassazione dell’aggravante dell’incidente sul lavoro. Il disastro ferroviario scaturì dalla rottura di un vagone con Gpl di un treno merci in transito nella stazione di Viareggio. L’udienza si è aperta con una serie di eccezioni mosse dalle difese, in particolare quelle tedesche hanno chiesto l’estromissione delle parti civili dalle richieste di risarcimento. Sempre dalle difese è stata ribadita la nullità del decreto di citazione a giudizio sul nuovo processo di appello su rinvio della Cassazione e, per la traduzione in tedesco, è stata chiesta la nullità della disposizione poiché parziale e non disposta per l’intera sentenza. Il pg Sergio Affronte e l’avvocato Francesco Bevacqua parte civile per la Regione Toscana hanno evidenziato alla corte l’insussistenza delle questioni sollevate. La corte di appello si è ritirata in camera di consiglio per decidere. Prima dell’udienza numerosi familiari delle vittime, riuniti nelle associazioni Il Mondo che vorrei e Assemblea 29 giugno, hanno sostato fuori dal Palazzo di giustizia di Firenze ricordando che la Cassazione dell’ 8 gennaio 2021 “aveva ribaltato le precedenti sentenze cancellando l’aggravante dell’incidente sul lavoro, assolvendo le società coinvolte, prescrivendo l’accusa di omicidio colposo”. Oggi chiedono di nuovo che “siano confermate le condanne alle figure apicali delle società coinvolte come da sentenze del tribunale di Lucca del 31 gennaio 2017 e della corte di appello di Firenze del 20 giugno 2019”. I familiari poi sono andati in aula per assistere alla discussione.

La corte di appello di Firenze, dopo una camera di consiglio di circa tre quarti d’ora, ha rigettato tutte le eccezioni poste dalle difese, in particolare dagli avvocati degli imputati della Germania, ritenendole “infondate”. Tra i suoi motivi, la corte ha ribadito la validità del decreto di fissazione del processo di appello bis riguardo alla traduzione in lingua tedesca della sentenza della Cassazione che stabilisce il rinvio a questo nuovo processo sulla rideterminazione delle condanne. In particolare, per la corte non solo è corretto aver disposto con ordinanza del 7 marzo 2022 la traduzione in tedesco soltanto delle parti della sentenza della Cassazione che riguardano gli imputati di madrelingua – anziché di tutta, come criticavano i loro difensori -, ma ritiene anche immotivata l’eccezione di nullità del decreto di citazione all’appello bis, nullità che le difese sostenevano come derivata proprio dalla mancata traduzione in tedesco della sentenza di Cassazione: per la corte tale argomento è fuori dal diritto. La corte di appello ha respinto le eccezioni sottolineando anche che nella sua ordinanza ha fatto tradurre in tedesco solo le parti che riguardano gli imputati di madrelingua poiché sono quelle di loro interesse dato che le altre parti “non li riguardano” e la sentenza ha piena pubblicità. Dunque, in buona sostanza, non c’è nessuna “nullità intermedia”, semmai le difese avrebbero dovuto sollevare la questione subito, almeno a decreto di citazione notificato, non a processo aperto, peraltro il decreto è da considerarsi efficace essendo indicati con chiarezza generalità degli imputati, luogo, giorno ora e data del giudizio rispettando le indicazioni della Cassazione sul rinvio all’appello bis. Sempre sull’eccezione di nullità basata sulla traduzione, la corte ha evidenziato perfino che è stata fatta da soggetti processuali non legittimati, cioè i difensori invece che dagli imputati come sarebbe dovuto in questa circostanza poiché, si ricava, solo loro conoscono il proprio grado di comprensione della lingua italiana. Infondate anche le richieste delle difese ‘tedesche’ di estromettere le parti civili per un’ulteriore definizione dei risarcimenti in appello bis rispetto a quanto già previsto dalla Cassazione. Quindi il processo supera questi ostacoli e va avanti. L’udienza è proseguita con la lettura della relazione da parte giudice consigliere Roberto Tredici, che è partito dalle posizioni degli imputati tedeschi, ripercorrendo la vicenda processuale fin dalla sentenza del tribunale di Lucca del 2017. La relazione della corte impegna il processo l’intera giornata.