La qualità della vita nel carcere San Giorgio, tra spazi inadeguati e attività di reinserimento

La qualità della vita nel carcere San Giorgio, tra spazi inadeguati e attività di reinserimento

Virginia Torriani

di Virginia Torriani

LUCCA - La Casa Circondariale di Lucca è ospitata in un antico convento che rende necessari frequenti interventi di manutenzione. Difficile per via della stessa struttura organizzativa del carcere anche la programmazione di percorsi e attività trattamentali per il reinserimento sociale dopo la detenzione.

Sono sessanta gli attuali detenuti della Casa Circondariale San Giorgio di Lucca. Un carcere con numerosi accessi e una popolazione carceraria comune, detenuti spesso non definitivi, che in molti casi tornano in libertà dopo poco tempo.

Oltre alla problematiche relative alla struttura, ospitata in un ex convento, che richiede spesso interventi manutentivi, la particolare caratteristica della popolazione carceraria rende più difficile l’organizzazione delle attività trattamentali, ovvero quelle proposte culturali, sportive, ricreative e lavorative volte ad agevolare il reinserimento sociale una volta scontata la pena.

E’ in questo ambito che si inserisce anche l’impegno del signor Sorrentino, albergatore e ristoratore di Lido di Camaiore, che da 25 anni propone corsi di cucina ai detenuti del San Giorgio.