Sculture che gridano la libertà

Sculture che gridano la libertà

Serena Margheri

di Serena Margheri

Sono dieci le statue dell’artista belgo-tunisina Donia Maaui ospitate al Lu.C.C.A Lounge e Underground raccolte nella mostra "Lola the Rebel".

Donne libere da ogni schiavitù imposta, che si librano nel tempo e nello spazio senza confini.
Sono dieci le statue rigorosamente bianche dell’artista belgo-tunisina Donia Maaui ospitate al Lu.C.C.A Lounge e Underground, curata da Maurizio Vanni raccolte nella mostra “Lola the Rebel”.
Il tema portante delle opere di Donia Maaui è la condizione femminile nei paesi arabi che racconta attraverso Lola, protagonista e simbolo della donna liberata che la Maaui usa anche per confrontare ed ironizzare la situazione della donna in occidente. Lola, attraverso le sue forme femminili, rappresenta una ragazza di origini arabe che fugge dai paesi integralisti per ritrovare la propria libertà ma si trova suo malgrado a confrontarsi con una società che le impone nuovi codici estetici per essere accettata passando da una prigionia dell’essere a quella dell’apparire. Cresciuta in Europa Donia Maaoui si sente molto vicina alle problematiche delle donne mediorientali prendendo posizione nel caso di Sakineh in Iran e sostenendo la “Rivoluzione del Gelsomino”. Le sue opere scultoree si fanno spazio nel tempo sospese tra ricordi di vita passata e presente lanciando un solo grido: quello della libertà.