Visita al campo rom di Querceta

Visita al campo rom di Querceta

Daniela Francesconi

di Daniela Francesconi

SERAVEZZA - Sassi dal cavalcaferrovia contro l’accampamento: non è la prima volta che accade e si tratta di un gesto molto pericoloso perché nelle roulottes vivono anche donne e bambini. Siamo andati a vedere come vivono.

Da un lato i binari della stazione e dall’altro l’azienda di lavorazione del marmo Henraux. In alto, il cavalcaferrovia dal quale alcuni sconsiderati, nei giorni scorsi, hanno tirato sassi contro le roulottes dei nomadi che qui si sono accampati. Una situazione precaria in cui vivono anche donne e bambini piccoli, che fra poco dovranno ricominciare ad andare a scuola ma che per ora giocano con poco o nulla, sotto il sole cocente.
Nel campo non manca un estintore da quando – raccontano gli uomini – qualcuno dall’alto ha tirato giù una bottiglia incendiaria. Ma anche i fornelli per cucinare rappresentano un pericolo e infatti una bambina, nel mese di giugno, si è ustionata gravemente. Anche a Querceta i rom sono assistiti dall’ Associazione Berretti Bianchi che lavora a un progetto regionale sul rimpatrio di queste famiglie a Gruia, un Comune montano nel sud della Romania. A Gruia sono in costruzione alcune case e dovrebbe nascere un’azienda agricola, grazie al finanziamento di 58.000 euro. Troppi soldi agli stranieri, dicono alcuni e, dall’altra parte, la stessa Associazione Nazione Rom ha espresso forti critiche verso la Regione Toscana per ciò che definisce una “deportazione” dei rom. Silvano Tartarini dei Berretti Bianchi ha dichiarato: “da sotto il cavalcaferrovia queste famiglie devono andarsene verso un posto attrezzato e più sicuro, noi siamo pronti a conquistarci questo diritto”.