Il messaggio di mons. Castellani alla scuola

Il messaggio di mons. Castellani alla scuola

Redazione

di Redazione

LUCCA - Di seguito il messaggio integrale che l'Arcivescovo di Lucca ha inviato a docenti e alunni in vista dell'apertura dell'anno scolastico.

Ai docenti, studenti e a tutto il personale scolastico.
Tra pochi giorni l’anno scolastico 2012 – 2013 avrà inizio, con nuove attese, preoccupazioni, impegni, novità …

Le grandi difficoltà e incertezze che stiamo vivendo mi spingono, anche in quest’occasione, a proseguire, un dialogo con voi tutti nella consapevolezza che principi e valori condivisi, sforzi convergenti e impegno comune possono recare un contributo positivo per affrontare la crisi che stiamo vivendo.

Crisi di fiducia nella vita, di speranza e di volontà di futuro, sono inevitabilmente legate alla crisi dell’educazione stessa. Crisi economica, etico-sociale, culturale, individuale rappresentano senza dubbio gravi problemi, ma anche opportunità, se bene affrontate, per superare quel senso di inquietudine, di incertezza e di disorientamento che rischia di farci prendere dalla delusione o peggio ancora dalla rinuncia a voler cambiare ciò che è possibile migliorare e correggere. In questa prospettiva ci siamo soffermati in un convegno offerto alla città intera nel giugno scorso.

Uno sguardo attento permette di rilevare la pressante richiesta di educazione, che dal mondo contemporaneo e anche dal mondo della scuola, della formazione e dell’università, va ascoltata e accolta con fiducia e coraggio ed è una domanda che chiede agli educatori di essere figure significative che si facciano autorevoli compagni di viaggio dei giovani verso la libertà nella Verità. Ascoltare “le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce” che provengono dal mondo dei giovani, appare necessario, urgente in questo momento di grandi cambiamenti che incidono profondamente non solo sul futuro dei giovani, ma anche sul vissuto quotidiano valoriale degli adulti.

E urge chiederci, come adulti: quanto ci sentiamo compromessi nella nostra responsabilità verso i giovani e verso la società del domani? Quale progetto pensiamo di realizzare? Quale modello di persona e di società abbiamo in mente? Su quali basi si fonderanno le relazioni familiari, sociali, amicali? Quanto ci sentiamo coinvolti nella responsabilità di essere validi modelli educativi? Quali valori sostengono il nostro agire, il nostro relazionarci con gli altri? Come condividerli e proporli affinché diventino efficaci sentieri di umanizzazione anche per altri?

Interrogativi ineludibili e, allo stesso tempo, rilevanti che indicano quanto ancora sia opportuno continuare insieme la riflessione sulla centralità dell’educare, vera scommessa dei prossimi anni, che riguarda ognuno di noi dal momento che sono in gioco questioni come il bene comune, la democrazia, i rapporti internazionali, lo sviluppo…

Sono convinto che educare è un percorso intenzionale, generativo di quell’umanità della persona tesa a ricercare il vero, il bello, il bene, il giusto e ad agire in libertà, in responsabilità verso sé e verso gli altri per contribuire a realizzare il bene comune. Ciò esige un progetto esistenziale proprio di una persona libera, in grado di interrogarsi sul bene e sul male, coerente sull’agire, responsabile e capace di pensiero critico e creativo.

Educare diventa così un’operazione controcorrente; ciò significa far cogliere il senso della vita, indicare da dove veniamo e dove andiamo, far conoscere a chi apparteniamo, sviluppare la capacità di giudizio su quello che ci circonda e che avviene intorno a noi; significa portare fiducia e speranza all’uomo di oggi, anzitutto, alle giovani generazioni.

Il mondo della scuola, insieme alle altre istituzioni e agenzie educative, rimane perciò, ambiente e tempo di vera e integrale formazione della persona; tempo e spazio per l’acquisizione critica del sapere. In questa nobile finalità di costruzione di un ambiente educativo di apprendimento critico di conoscenze, competenze, abilità e di relazioni interpersonali autentiche, emerge l’importanza di tutti gli operatori della scuola, in primis degli insegnanti, che sono chiamati a promuovere persone libere e consapevoli, attraverso proposte culturali ricche di significati umani condivisi.

Concludo il mio augurio nella certezza che lavorare nell’educazione esprime un atto di speranza, è il modo migliore per affrontare e superare le crisi in cui siamo immersi.

Con questi sentimenti formulo a tutto il mondo della scuola, il mio saluto e gli auguri più fervidi per un buon anno scolastico.