Arturo Paoli profeta scomodo

Arturo Paoli profeta scomodo

Daniela Francesconi

di Daniela Francesconi

LUCCA - Presentato alla città il "Dialogo della Liberazione", opera fondamentale di Fratel Arturo Paoli che lo scrisse nel 1969. La sala gremita dell'auditorium del Boccherini ha accolto il Piccolo Fratello quasi centenario.

“Dialogo della Liberazione” è l’opera fondamentale di Paoli, che l’editore Nino Aragno ripropone al pubblico 43 anni dopo la prima edizione. Paoli lo scrisse in Argentina nel 1969, tra i boscaioli di Fortín Olmos. L’ordine di imbarcarsi come cappellano sulla nave argentina “Corrientes”, destinata al trasporto degli emigranti, doveva essere una punizione inflittagli dalle autorità ecclesiastiche di allora per allontanarlo dall’Italia. E invece divenne il punto il partenza di un’esperienza unica che lo portò prima in Algeria e poi in America Latina. Il 1969 fu un anno di rivolte e rivoluzioni e con il suo Dialogo Paoli anticipò il successivo sviluppo della teologia della liberazione. Julio Saquero visse con lui in Argentina e fu testimone della scrittura del Dialogo. Di quegli anni ricorda la speranza nell’avvento di un mondo migliore, fondato sulla pace e sulla fratellanza. Paoli, nel decennio segnato da rivolte e rivoluzioni, riconobbe nel messaggio cristiano più profondo il nucleo originario di ogni idea di liberazione ed emancipazione. Alla presentazione del libro sono intervenuti il professore Sergio Soave, docente dell’Università di Torino, che ha curato la prefazione alla nuova edizione del Dialogo, Alberto Del Carlo, presidente della Fondazione Banca del Monte che ospita il Fondo di Documentazione Arturo Paoli e Silvia Pettiti curatrice del Fondo.