L’Autorità Portuale dice no al frazionamento del Polo Nautico

L’Autorità Portuale dice no al frazionamento del Polo Nautico

Lorenzo Bertolucci -

di Lorenzo Bertolucci -

VIAREGGIO - Alla fine il voto è stato quello che lavoratori e sindacati chiedevano con forza: no al frazionamento del Polo Nautico di Viareggio.

 

E’ questo l’esito dell’incontro dell’Autorità Portuale sul destino delle concessioni demaniali. Mentre fuori la Fiom-Cgil inscenava un presidio per ribadire il proprio no, all’interno del Municipio il Comitato prendeva l’attesa decisione. Al tavolo l’assessore regionale alle attività produttive Gianfranco Simoncini, quello provinciale Francesco Bambini, i rappresentanti di Camera di Commercio, Comune e, ovviamente, delle aziende. In queste ultime due settimane il Comitato aveva approfondito gli aspetti giuridici legati alla sentenza del Tar di dicembre: il tribunale non intimava a decidere per il sì, ma solo a decidere entro la fine di gennaio.

Scrive la Regione: “Sia gli approfondimenti giuridici che quelli di carattere socio-economico hanno fatto propendere per la scelta del non frazionamento come quella che ad oggi meglio tutela il pubblico interesse. Particolare rilievo, nella scelta del Comitato, ha avuto la mancanza di un piano di sviluppo economico industriale tale da far presumere un miglioramento dei livelli occupazioni rispetto agli attuali e delle condizioni di sicurezza e di erogazione dei servizi, nonché la delicata fase di revisione dello strumento urbanistico del porto. Comprendendo anche le istanze espresse dalle aziende, le istituzione ritengono comunque opportuno proseguire il confronto per avviare una strategia complessiva di rilancio e di sviluppo della cantieristica che possa trovare nella ricomposizione e nella collaborazione tra le parti la migliore soluzione.In questo senso, fin dalle prossime settimane, la Provincia di Lucca convocherà, in accordo con la Regione ed il Comune di Viareggio, tutte le parti interessate per un incontro di lavoro”.

Grande e comprensibile la soddisfazione dei sindacati. Mentre Regione, Provincia e Comune hanno votato no, la Camera di Commercio con il suo rappresentante ha deciso per l’astensione.