Abbattimento cinghiali; gli animalisti all’attacco, la Regione va avanti

Abbattimento cinghiali; gli animalisti all’attacco, la Regione va avanti

Redazione

di Redazione

LUCCA - La Regione va avanti con la legge per diminuire il numero degli ungulati ma il comitato che si batte contro le nuove norme annuncia che farà ricorso in tutte le sedi possibili, dai tribunali italiani a quelli europei.

Questo è emerso nel corso dello speciale TgNoi dedicato alla legge Remaschi, definita dai sui detrattori legge “ammazzacinghiali”, che prevede in sostanza per i prossimi tre anni di aumentare il periodo consentito per la caccia agli ungulati.

E’ stato lo stesso assessore a ribadire il perchè delle nuove regole : “ad oggi la presenza degli ungulati in Toscana è quatto volte superiore alla media nazionale, ci sono danni sempre più ingenti che la Regione deve rimborsare agli agricoltori e sono pure aumentati gli incidenti stradali provocati dagli ungulati”.

Dall’altra parte il professor Luigi Lombardi Vallauri, esperto di bioetica, ha detto che la legislazione corrente vieta di uccidere gli animali se prima non sono state sperimentate tutte le alternative possibili.

Le alternative alla caccia sarebbero la riforestazione, metodi di sterilizzazione e, per evitare gli incidenti automobilistici, migliorare la segnaletica. Mariangela Corrieri, dell’associazione “Gabbie vuote”, ha inoltre detto che sono gli stessi cacciatori i responsabili della proliferazione degli ungulati, con la ripopolazione tramite gli allevamenti.

Paolo Giovannetti, presidente dell’ambito territoriale di caccia lucchese e componente della Confederazine italiana agricoltori, ha però ribattuto che il ripopolamento viene fatto solo nelle aziende faunistiche e  non nelle zone libere ed ha ritenuto le alternative proposte dal comitato come insufficienti per risolvere i problemi.

Alla fine, come ha detto l’assessore Remaschi, in realtà il dibattito di questi giorni non riguarda tanto le nuove regole, quanto l’eterna disputa tra chi è contro la caccia e chi è a favore. La Regione però, ha concluso l’assessore, ha il dovere di garantire la sicurezza dei cittadini e il diritto degli agricoltori di raccogliere il frutto del proprio lavoro.