Un concerto-evento per la chiusura di Open Gold

Un concerto-evento per la chiusura di Open Gold

Guido Casotti -

di Guido Casotti -

LUCCA - Il pianista Bruno Canino, vero monumento del concertismo italiano e internazionale, e l’Orchestra dell’Istituto “Luigi Boccherini” in concerto nella chiesa di San Francesco. È con questo evento che si chiude, domenica prossima 30 settembre alle 21 la sesta edizione di Open Gold, la rassegna musicale organizzata dall’Istituto superiore di studi musicali “L. Boccherini” che anche quest’anno ha arricchito il Settembre lucchese.

Bruno Canino è un pianista dalla lunga carriera di concertista e camerista, che lo ha portato a suonare in tutto il mondo. Ha collaborato con artisti come Cathy Berberian, Severino Gazzelloni, Itzhak Perlman, Salvatore Accardo, Uto Ughi, András Schiff e Viktoria Mullova. Domenica ci offrirà un esempio della sua arte in una serata in cui sarà accompagnato dall’Orchestra del “Boccherini” diretta da GianPaolo Mazzoli e da due solisti d’eccezione: il violinista lucchese Paolo Ardinghi, collaboratore di Canino dal 2006, e il violoncellista Andrea Nannoni, per tanti anni a fianco di Piero Farulli e ora docente alla Scuola di Musica di Fiesole.

Il programma è tutto dedicato a Ludwig van Beethovene si apre con Egmont, Overture in Fa minore op. 84, composta nel 1809 su richiesta di Joseph Marti von Luchsenstein, direttore dell’Hofburgtheater di Vienna. Luchsenstein si apprestava a portare in scena la tragedia scritta da Goethe sul conte di Egmont, simbolo della resistenza fiamminga contro il governo spagnolo, e individuò in Beethoven, grande estimatore di Goethe, il compositore più adatto per scriverne le musiche. Goethe apprezzo molto l’Overtoure, esempio lampante della grande cultura classica di Beethoven, esaltazione dell’eroe che lotta per la libertà.

A seguire, il Triplo concerto in Do maggiore per pianoforte, violino e violoncello op. 56. Scritto quasi sicuramente su richiesta dell’Arciduca Rodolfo d’Asburgo, al quale Beethoven dava lezioni di pianoforte in quegli anni, questo pezzo che non compare spesso nei programmi contemporanei, ma merita di essere conosciuto come il primo concerto concepito per questa formazione nell’ambito del classicismo.