Battaglini resta in Consiglio: centrodestra ancora spaccato

Battaglini resta in Consiglio: centrodestra ancora spaccato

Redazione

di Redazione

PIETRASANTA - Giulio Battaglini resta al suo posto. E' stata archiviata dal Consiglio comunale di oggi la posizione di presunta incompatibilità del Consigliere del Gruppo Misto, tenuto in bilico negli ultimi mesi per il doppio ruolo di dipendente della Fondazione Versiliana e Consigliere eletto nella maggioranza.

Con il voto contrario delle opposizioni e l’astensione decisiva della Lega, l’Aula ha respinto il procedimento a carico di Battaglini, eletto nella lista Mallegni e poi passato a gennaio con Michele Balderi nel Gruppo Misto, di cui è capogruppo, aderendo allo stesso tempo a Fratelli d’Italia e dichiarando di continuare a sostenere il sindaco Alberto Giovannetti. Un caso scoppiato proprio dopo lo strappo di inizio anno che ha messo a dura prova la tenuta della maggioranza, in fibrillazione da mesi.

La vicenda è approdata in Consiglio dopo che il Segretario Comunale, responsabile dell’Anticorruzione, aveva raccolto pareri tecnici discordanti sulla potenziale incompatibilità, che avrebbe costretto Battaglini a lasciare o il seggio o il lavoro.

“Abbiamo sempre creduto con grande serenità nella legittimità della posizione di Battaglini” – commentano i due Consiglieri comunali, soddisaftti dell’intesa trovata con la Lega sul rinvio del Regolamento sull’evasione fiscale.

Pace fatta dunque nel centrodestra? Non proprio.  Il Senatore e assessore Massimo Mallegni si dice contento per Battaglini ma accusa Fratelli d’Italia di votare insieme al Pd. Accuse respinte dal deputato del partito della Meloni Riccardo Zucconi che, ciononostante, ribadisce il sostegno alla giunta di centrodestra, ma sottolineando. “Siamo liberi di votare contro i provvedimenti che non condividiamo.Il fatto di essere o meno in Giunta non ci interessa”.

Di spettacolo indecente parla il Partito Democratico. Secondo i dem “il tentativo di dare una lezione al consigliere ribelle Battaglini è finito con la sconfitta del sindaco messo in minoranza, oltre che dalle opposizioni, anche da pezzi della sua “maggioranza”.