Ad oggi il Consiglio di Stato non si è ancora espresso sulla legittimità dell’affidamento diretto fatto dall’amministrazione camaiorese per cambiare gestore. Un’attesa che getta nell’incertezza i lavoratori. I giudici hanno tempo fino a fine gennaio per pronunciare una sentenza che dia ragione o torto a Camaiore. Ed è la prima ipotesi a generare timori tra i dipendenti, come emerso dall’assemblea e affermato dai sindacati in una nota congiunta. Sea infatti non ha ancora chiarito quali servizi alternativi a Camaiore consentirebbero di tenere in forza tutti i lavoratori in esubero. E soprattutto quanti sarebbero gli esuberi. “La lista dei lavoratori da destinare al passaggio con Ersu – come ricordano le sigle sindacali – sarà eventualmente consegnata solo al momento della pubblicazione della sentenza del Consiglio di Stato. Nel frattempo – denunciano ancora – non si sono aperti canali di dialogo tra le società che tengano conto dei rischi occupazionali.”
Duro l’attacco dei sindacati: “Ognuna delle parti in causa non ragiona in modo coordinato dimenticando che, oltre agli interessi societari e delle amministrazioni comunali, ci sono una cinquantina di posti di lavoro a rischio.”
Il tempo stringe. Se entro il 31 dicembre non sarà effettuato il passaggio del personale da Sea a Ersu il rischio è che diventino esuberi effettivi. E che i lavoratori si ritrovino senza un posto. Per questo è stato chiesto di riaprire il tavolo di conciliazione in Prefettura, dopo il primo tentativo fallito.
Lo stato di agitazione nei prossimi giorni potrebbe allargarsi anche a Sea Risorse, la società pubblico privata che si occupa della raccolta differenziata che ha già annunciato 21 esuberi.
Il sindaco Del Ghingaro nei giorni scorsi dai nostri studi aveva rassicurato i lavoratori affermando che “non ci sono rischi per i posti di lavori.”
di Redazione
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