Le industrie vogliono riaprire: “Persi miliardi di ricavi in un mese”

Le industrie vogliono riaprire: “Persi miliardi di ricavi in un mese”

Redazione

di Redazione

LUCCA - Un crollo verticale nei ricavi di svariati miliardi di euro. E una caduta libera nella distribuzoine di ricchezza sul territorio. E' un bilancio drammatico quello fatto in videoconferenza da Confindustria Toscana Nord dopo un mese di lockdown delle aziende.

Un fermo che costa ogni settimana 600-700 milioni di euro nei fatturati, fino a sei volte meno delle cifre pre-covid. A cui si aggiungono 88 milioni di valore aggiunto bruciati ogni settimana. Senza parlare dei danni indiretti, ovvero clienti persi e mai più recuperabili. E le 1.500 richieste di cassa integrazione già formalizzate.

Da questi numeri partono le richieste messe nero su bianco dagli industriali di Lucca, Pistoia e Prato al Governo e alla Regione in vista della fase 2 della pandemia. Riaprire è la prima prorità, rispettando tutte le norme di sicurezza e di salute per i lavoratori, per consentire alle imprese di sopravvivere sul mercato.

Il 78% delle imprese dell’area è ferma, una percentuale maggiore di zone rosse come Brescia. Al momento la Provincia di Lucca è quella che resiste meglio. Risulta autorizzato all’apertura, e dunque lavora ancora, il 37% del manifatturiero, corrispondente al 54% degli addetti. A Prato appena il 13%.

Ma chi è davvero pronto a riaprire già il 14 aprile? In provincia a chiederlo sono soprattutto la cantieristica navale e il lapideo. Alcune aziende dell’edilizia e del calzaturiero e parte della plastica e della meccanica.

Ma non serve solo riaprire. Gli industriali chiedono anche misure di sostegno più coraggiose: liquidità effettivamente e rapidamente fruibile, fiscalità che tenga realmente conto delle condizioni delle imprese, differimento dell’entrata in vigore della nuova disciplina della crisi d’impresa, tutela delle filiere e ammortizzatori sociali.

“Se non potremo riaprire il 14 aprile rischiamo grosso, e con noi rischia l’intero paese” – dichiara il vicepresidente di Confindustria Toscana Nord Francesco Marini . “Occorre riaprire subito per limitare l’impatto economico, già enorme, della pandemia. Vogliamo poter contribuire alla ricchezza nazionale, non chiedere di attingervi per limitare devastazioni economiche e sociali.”