VIAREGGIO - Si aggrava la vicenda giudiziaria di Gianluca Pantaleoni, l’ispettore della polizia di stato arrestato giovedi mattina dalla squadra mobile di Pistoia per corruzione, truffa, riciclaggio, circonvenzione di incapace.

Si aggrava la vicenda giudiziaria di Gianluca Pantaleoni, l’ispettore della polizia di Stato arrestato giovedi mattina dalla squadra mobile di Pistoia per corruzione, truffa, riciclaggio, circonvenzione di incapace.
In queste ore sono emersi altri dettagli dal fascicolo di indagine a carico dell’ex comandante della Polstrada di Viareggio che in un anno di indagini e accertamenti sulla sua condotta è stato pedinato e intercettato, anche attraverso il gps che gli investigatori avevano installato nella sua vettura. Si parla di un giro di affari di circa 900 mila euro in soli tre anni. Soldi che il poliziotto sindacalista avrebbe ottenuto in cambio di favori. Secondo l’accusa, l’ispettore, ora in carcere, avrebbe fornito le targhe, il modello e il colore delle auto civetta della polizia a imprenditori, tutti indagati, della Valdinievole e della Lucchesi, alcuni dei quali legati alla malavita. Avrebbe inoltre fatto pressioni, in questura a Lucca, per agevolare un imprenditore sotto inchiesta ad ottenere il rinnovo del porto d’armi. Tra le accuse mosse al poliziotto c’è anche quella di truffa allo Stato, con finte malattie.
Lunedi pomeriggio Gianluca Pantaleoni, assistito dall’avvocato Cristiano Baroni del Foro di Lucca, affronterà l’interrogatorio in carcere a Pistoia.