Artigianato in caduta libera, Lucca sul podio delle chiusure

Artigianato in caduta libera, Lucca sul podio delle chiusure

Redazione

di Redazione

Lucca è tra le province italiane in cui si registra il maggior numero di chiusure di attività artigianali. E’ terza in classica con un calo registrato del 27 per cento, dopo Vercelli e Teramo entrambe con il 27,2 per cento. Seguono Rovigo con il – 26,3 e Massa-Carrara con il -25,3 per cento. In Italia la perdita è del 17, 4 per cento.

Le realtà che, invece, hanno subito le flessioni più contenute sono state Trieste, Napoli e, infine, Bolzano con il -2,3 per cento. Con una percentuale che va dal 3,2 al 2,3 per cento. In Italia la perdita è del 17, 4 per cento. I dati divulgati dall’ufficio studi della Cgia di Mestre restituiscono la fotografia di un paesaggio urbano che negli ultimi dieci anni ha cambiato drasticamente volto. Sono ormai ridotte al lumicino le botteghe che ospitano calzolai, falegnami, pellettieri, sarti, tappezzieri Attività, a conduzione familiare, che hanno contraddistinto la storia di molti quartieri, piazze e vie del nostro territorio. La tendenza degli ultimi anni invece è che in tantissimi chiudono per cercare lavoro da dipendenti. I giovani, invece, non si avvicinano nemmeno al settore. Per contro, i settori artigiani che stanno vivendo una fase di espansione sono quelli del benessere e dell’informatica. Nel primo, si continua a registrare un costante aumento degli acconciatori, degli estetisti e dei tatuatori. Nel secondo, invece, sono in decisa espansione gli addetti al web marketing, i video maker e gli esperti in social media. Purtroppo, l’aumento di queste attività è insufficiente a compensare il numero delle chiusure presenti nell’artigianato storico, – spiega nella sua analisi la Cgia di Mestre – con il risultato, come dicevamo, che la platea degli artigiani è in costante diminuzione.