La Consulta dà ragione a Isabella e Glenda: entrambe le mamme possono riconoscere i figli

La Consulta dà ragione a Isabella e Glenda: entrambe le mamme possono riconoscere i figli

Cinzia Chiappini

di Cinzia Chiappini

VIAREGGIO - Riconoscere come madre solo la donna che ha partorito e non la cosiddetta madre intenzionale, che ha prestato il consenso alla pratica fecondativa, viola gli articoli 2, 3 e 30 della Costituzione. Lo ha stabilito la Corte Costituzionale intervenendo sulla vicenda di una coppia viareggina che ha portato avanti una lunga battaglia: "Stasera festeggiamo con i bimbi e con i nonni" hanno raccontato ai microfoni di NoiTv

C’è aria di festa in casa Giovannardi-Passaglia. Sì perché al termine di una lunga battaglia legale la Consulta ha dato ragione alle due mamme, stabilendo che è incostituzionale vietare il riconoscimento di un figlio nato in Italia grazie alla procreazione medicalmente assistita praticata all’estero. Secondo il pronunciamento dunque le mamme di una coppia omosessuale hanno parità di diritti e anche la madre intenzionale, quella per intenderci che non porta avanti la gravidanza, può riconoscere il bambino. Un pronunciamento che assicura parità di diritti alle mamme ma anche ai bambini. Questa coppia ha potuto contare sulla disponibilità del Comune di Camaiore, che prima con il sindaco del Dotto poi con il sindaco Pierucci, ha assicurato anche alla madre intenzionale la possibilità di riconoscere il bambino