Lucchese salva sul campo ma il fallimento è dietro l’angolo

Lucchese salva sul campo ma il fallimento è dietro l’angolo

Guido Casotti

di Guido Casotti

CALCIO C - Dopo la vittoria di sabato sera sul Sestri Levante e la permanenza in serie C conquistata almeno sul campo, in casa-Lucchese si apre un'altra vicenda che rischia di avere un finale ben diverso. Mercoledì si terrà l'udienza (peraltro già rinviata) che potrebbe sancire il quarto fallimento della storia rossonera. I tempi sono stretti e si cercano anche altre vie di uscita e piani alternativi per ripartire magari dalla serie D.

La festa appena cominciata è già finita…cantava nel lontano 1968 un malinconico Sergio Endrigo. Che poi aggiungeva tanto per rincarare la dose “Il cielo non è più con noi”. Ora a 48 ore dalla sbornia di emozioni, gioia e di una serata finalmente felice, il popolo rossonero si chiude cosa ne sarà della Lucchese. Già in altri momenti abbiamo accennato alla nostra personale vena da “Cassandra 2025” nel ritenere che sarà problematico per non dire utopistico vedere la serie C a Lucca il prossimo anno. Nulla togliamo all’impegno e all’abnegazione profusi, a cominciare dall’amministrazione comunale, di chi si sta adoperando affinchè si salvino capra e cavoli o perlomeno una delle due. La situazione è molto grave e l’abisso del quarto fallimento, mercoledì la data cruciale con l’udienza, troppo in fase avanzata per sperare in un colpo di coda. Non mancherebbero (si dice) i piani alternativi: B, C e forse D, ovvero la categoria da dove sarebbe accettabile ripartire. Discorso a parte lo meritano Giorgio Gorgone e i suoi ragazzi a dir poco strepitosi. Vero che nel doppio playout col Sestri Levante non si è vista forse la migliore Lucchese e che quella rete di Badje quasi al 90°, eroe per caso nella notte del Porta Elisa, è stata frutto dell’inestricabile imprevedibilità e del meraviglioso stupore dell’imprevisto: quasi un segno del destino. Ma è per tutto quello che Coletta & C. hanno saputo fare, e sopportare, nel corso di un’annata allucinante che passano agli annali della centoventennale storia della Pantera. La gente di Lucca lo ha capito, li ha sostenuti nell’ultimo sforzo e ha tributato loro lo strameritato e il più fragoroso degli applausi. Spesso si parla di calciatori col portafogli al posto del cuore, e spesso è anche vero, ma in questa logorante storia lucchese non è andata così. Molti di loro, se non quasi tutti, hanno chiuso la loro parentesi all’ombra delle mura in una fresca serata di metà maggio. Lo hanno col petto in fuori, con assoluta fierezza e con straordinaria professionalità. E questo conta più di ogni altra cosa.