Nursind lancia l’allarme per la carenza di personale sanitario

Nursind lancia l’allarme per la carenza di personale sanitario

Redazione

di Redazione

LUCCA - Il sindacato degli infermieri denuncia l'inadeguatezza delle operazioni riorganizzative e delle assunzioni effettuate dalla ASL, e chiede all'azienda e alle istituzioni un intervento immediato per risolvere la cronica carenza di personale che, nella sola provincia di Lucca, sarebbe quantificabile in 100 infermieri, 50 OSS e 15 ostetriche.

NURSIND denuncia una situazione critica negli ospedali e nei servizi territoriali della provincia di Lucca, causata da una grave carenza di infermieri, operatori sociosanitari (OSS) e ostetriche. Questa carenza compromette la qualità dell’assistenza e mette a rischio la salute sia dei cittadini che degli operatori sanitari. L’apertura di nuovi servizi e l’ampliamento di quelli esistenti, senza un adeguato aumento del personale, aggrava ulteriormente la situazione. Negli ospedali della provincia, in particolare al San Luca e negli ospedali S. Francesco e S. Croce della Valle del Serchio, la situazione è insostenibile. La carenza cronica di personale infermieristico e OSS ha gravi ripercussioni sull’assistenza ai pazienti e sulla dignità professionale degli operatori. A causa della mancanza di OSS, gli infermieri sono costantemente sottoposti ad un demansionamento per coprire i compiti che spetterebbero agli operatori socio sanitari. Nelle aree mediche e chirurgiche, la continua sostituzione degli OSS riduce il ruolo dell’infermiere all’esecuzione di compiti di base, annullando la sua funzione di professionista specializzato nella gestione dei bisogni complessi di salute e trascurando attività fondamentali per il paziente. NURSIND segnala che la direzione sanitaria starebbe valutando un’ulteriore riorganizzazione che prevede la rimozione degli OSS durante il turno notturno in una cellula chirurgica, lasciando un solo infermiere a carico di 14 pazienti.

Problematiche simili si riscontrano anche nella dialisi della Valle e nel servizio CAL di Barga. In quest’ultimo, la sorveglianza continua dei pazienti durante le sedute dialitiche, prevista da procedura istituzionale e garantita dalla presenza di un OSS, è a rischio a causa della riduzione del personale. Anche le unità operative di degenza sono in difficoltà. L’organico ridotto costringe il personale a turni massacranti e carichi di lavoro insostenibili, compromettendo la qualità dell’assistenza e la sicurezza delle cure. Gli infermieri operano in condizioni precarie, senza un supporto adeguato e senza le necessarie tutele organizzative. Si segnala inoltre un aumento degli episodi di aggressione agli operatori sanitari.

La situazione nelle aree di emergenza ed urgenza, sia ospedaliere che territoriali, è altrettanto critica. I nuovi punti di emergenza territoriale previsti a Borgo a Mozzano e a Montecarlo non sono stati attivati, mentre l’unico punto PET territoriale a Piazza al Serchio (VdS) sopravvive grazie al sacrificio di soli 3 infermieri su 6 necessari. Il Pronto Soccorso, a causa della grave carenza di personale, non riesce a supportare adeguatamente le attività di emergenza territoriale, ricorrendo spesso a operatori provenienti da altri servizi della Valle del Serchio.

NURSIND denuncia processi riorganizzativi inadeguati, come il trasferimento di pazienti da terapia intensiva a sub-intensiva a causa della riduzione dei posti letto. In sub-intensiva, il rapporto infermiere/paziente è di 1 a 4, contro 1 a 2 in terapia intensiva, nonostante le gravi condizioni di salute dei pazienti richiedano un’assistenza specialistica e una sorveglianza continua.

La creazione della cellula A2, un reparto di medicina di alta intensità assistenziale dedicato a pazienti con gravi problemi respiratori, è un altro esempio di riorganizzazione inappropriata. Nonostante la necessità di un rapporto infermiere/paziente di 1 a 4, l’azienda ha applicato un principio di efficienza, lasciando solo 2 infermieri per 12 pazienti (rapporto 1 a 6). Questa situazione compromette la sicurezza dei pazienti e richiede un intervento urgente.

A tutto ciò si aggiunge una disorganizzazione crescente, con il personale infermieristico costretto ad assistere pazienti di ogni tipologia senza logiche organizzative chiare e senza un adeguato percorso formativo, aumentando il rischio di errore clinico.

La risposta aziendale alle richieste di assunzione di personale assistenziale è considerata insufficiente. L’assunzione graduale di circa 180 operatori sanitari a tempo determinato, da suddividere tra le quattro province aziendali, non risolve il problema. NURSIND stima che solo a Lucca e provincia manchino più di 100 infermieri, 50 OSS e 15 ostetriche per garantire il mantenimento dei servizi esistenti e soddisfare i bisogni di salute della comunità.

NURSIND chiede un intervento immediato dell’azienda e una presa in carico da parte di tutte le istituzioni della provincia per la tutela del diritto alla salute. La salute dei cittadini e la dignità dei professionisti sanitari non possono essere dimenticate o sacrificate.