LUCCA - Primo impianto all'Ospedale lucchese, uno dei pochi in Toscana e in Italia. Bovenzi: "Tecnologia innovativa che guarda al futuro e che sostituirà la tecnica degli impianti tradizionali".

Lucca come altri 4-5 centri in Toscana, come pochissimi in Italia. È stato impiantato all’Ospedale San Luca, nel laboratorio di cardio-stimolazione, il primo pacemaker bicamerale senza fili. Un’intervento innovativo, per una rivoluzione tecnologica nel campo dell’aritmologia, che guarda al futuro della materia. Un risultato prestigioso conferma la realtà lucchese come un punto di riferimento nell’ambito dell’impiantistica di dispositivi cardiaci.
“La Cardiologia di Lucca – evidenzia il direttore della struttura del “San Luca” Francesco Bovenzi – da oltre venti anni è all’avanguardia nell’innovazione, nella ricerca, nella formazione e applicazione di buone pratiche cliniche, non ultimo nella spasmodica umanizzazione dell’assistenza. In questi giorni ci è stato riferito dall’ospedale Santa Croce di Castelnuovo di Garfagnana di un paziente complesso con gravi disturbi del ritmo cardiaco, con labili difese immunitarie e per questo esposto al rischio di infezioni. Questo contesto clinico ha indotto a personalizzare la scelta del nostro intervento, ricorrendo per questo difficile caso a tecnologie innovative, come i moderni minuscoli pacemaker capaci di generare l’impulso direttamente a contatto con il muscolo cardiaco. Questi dispositivi sono efficaci nel generare impulsi elettrici ritmici senza ricorrere a collegamenti con fili: vengono impiantati direttamente attraverso la vena femorale nelle cavità cardiache, dunque senza bisogno di incidere la cute. Il moderno ed evoluto sistema di stimolazione scelto è composto di due diverse microcapsule capaci di dialogare una volta inserite nelle cavità cardiache, ripetitivamente posizionati a destra, uno in atrio (più piccolo) e uno in ventricolo (poco più grande), permettendo così una stimolazione efficace e rispettosa della fisiologia del cuore. La Cardiologia di Lucca negli ultimi venti anni è stata sempre sensibile al progresso tecnologico e l’impianto del primo pacemaker bicamerale senza fili ne è una conferma di cui non posso che esserne orgoglioso perché frutto di un grande lavoro di squadra.”
“Dall’impianto di pacemaker tradizionale – ricorda Davide Giorgi, responsabile del laboratorio di elettrostimolazione che ha eseguito l’innovativo intervento – a quello senza fili (Leadless) il passo nella nostra realtà lucchese è stato breve. Una grande speranza del progresso della medicina che è divenuta realtà per molti pazienti che hanno fiducia e si rivolgono alle nostre cure. Questo dispositivo cambia del tutto il paradigma della stimolazione elettrica del muscolo cardiaco, indispensabile per la vita in molte delle aritmie, e che fonda il suo utilizzo sul posizionamento di fili elettrici posizionati nelle cavità del cuore poi collegati ad uno stimolatore esterno al cuore stesso. Questa mattina grazie anche al lavoro comune pianificato da mesi con i miei colleghi Francesco Busoni e Niccolò Mancini, con infermieri davvero encomiabili, bravissimi, e tecnici di radiologia meravigliosi per impegno, ho avuto il piacere di impiantare un dispositivo molto più piccolo di un pacemaker tradizionale capace di stimolare elettricamente un cuore destinato ad arresto per mancanza dei battiti. Questa scelta è per noi oggi opportuna e limita solo nei pazienti molto giovani, sotto i 45 anni, che necessitano di sola stimolazione cardiaca e che dovranno quindi convivere per molti anni con il dispositivo, ma soprattutto noi la utilizziamo in tutte le complessità cliniche come nei casi di insufficienza renale cronica in dialisi, nei diabetici con avanzate complicanze e in quelli fragili che dovranno sottoporsi a terapie oncologiche e che quindi hanno scarse difese immunitarie. I costi sono ancora elevati e anche per questo la nostra selezione dei casi è attenta, responsabile e necessaria. Tanti, ma molto opportuni, sono i filtri di verifica dell’indicazione per questi tipi d’impianto. La realizzazione della complessa procedura è stata possibile perché avevamo già acquisito la necessaria certificazione specifica a garanzia della sicurezza, offrendo così la mostra massima competenza dopo tanti corsi teorici di formazione e dedicati su simulatori oltre a un un necessario affiancamento con esperti durante gli impianti”.
“Sono davvero contento – conclude Bovenzi – di questo ennesimo traguardo raggiunto dalla Cardiologia di Lucca, perché frutto del lavoro di squadra di appassionati cardiologi dell’intera squadra di dirigenti in servizio a Lucca, con infermieri, tecnici di radiologia e ausiliari che vivono il presente dell’assistenza concretamente avendo a cuore solo la centralità del paziente nei diversi percorsi di cura. Ancora una volta offriamo ai cittadini lucchesi una tecnologia innovativa che guarda al futuro e che certamente sostituirà nei prossimi anni la tecnica degli impianti tradizionali, non solo per la riduzione dei rischi di infezione degli elettrocateteri e della tasca in cui alloggiare il tradizionale dispositivo, ma per i ridotti tempi di ospedalizzazione, maggior impatto estetico per assenza di cicatrici visibili sul torace, minori decubiti e più agevole libertà di movimento per i pazienti. Le indicazioni per questa rivoluzionaria tecnologia si amplieranno nel tempo come in alcuni casi selezionati di scompenso cardiaco e probabilmente anche nel campo della futura defibrillazione già attualmente evoluta con l’utilizzo dei dispositivi sottocutanei”.