Abuso d’ufficio, Coluccini assolto: “Pronto a chiedere i danni”

Abuso d’ufficio, Coluccini assolto: “Pronto a chiedere i danni”

Federico Conti

di Federico Conti

MASSAROSA - I fatti risalgono ai primi mesi di mandato da sindaco. Accusato dalla Comandante della Pm Papasogli di aver avuto accesso ad atti secretati di polizia giudiziaria. Ma per il giudice di Lucca "il fatto non sussiste". Si profila ora una causa civile

Assolto “perché il fatto non sussiste”. Con questa formula Alberto Coluccini è uscito innocente, in primo grado, dall’accusa di abuso di ufficio e violazione del segreto di ufficio della quale ha dovuto rispondere in Tribunale a Lucca per quanto avvenuto nei primissimi mesi del suo mandato da sindaco di Massarosa nel 2019.

La sentenza del giudice Raffaella Poggi è stata emessa lo scorso 26 giugno e assolve non solo l’ex primo cittadino ma anche i due dipendenti comunali coinvolti nell’inchiesta. Un’indagine che si è sgonfiata da sola: a chiedere l’assoluzione è stato proprio il Pm Silvia Davini, richiesta avvallata ovviamente dalla difesa – guidata dall’avvocato Enrico Marzaduri – e accolta dal giudice.

Coluccini era accusato in sostanza di aver avuto accesso ad atti secretati che non erano di sua competenza. A denunciarlo fu la comandante della Polizia Municipale Francesca Papasogli poiché aveva notato che alcuni atti di Polizia Giudiziaria a lei destinati erano stati dal protocollo inviati per conoscenza anche alla email del sindaco, ma Coluccini ha potuto dimostrare che mai nessuna richiesta specifica era stata fatta e neppure aveva mai aperto le email di quel tipo.

Il caso è chiuso dopo sei anni? Non del tutto, perché potrebbero partire delle azioni risarcitorie da parte di Coluccini. Il rinvio a giudizio arrivò infatti a giugno 2021, poco dopo la caduta della sua amministrazione e in piena campagna elettorale: l’accusa fu probabilmente una delle concause della spaccatura del centrodestra che in parte scaricò Coluccini nella sua ricandidatura alle elezioni di fine estate.

“Penso che la Comandante sia stata precipitosa nelle sue deduzioni e se avesse svolto indagini più accurate interrogando fin da subito anche me ci saremmo chiariti e non sarebbe stato necessario aspettare oltre 5 anni per avere giustizia. Valuterò con i miei avvocati se ci sono i presupposti per chiedere i danni morali e di immagine alla comandante.”