TOSCANA - L'amministrazione regionale e la Regione Ecclesiastica Toscana ha siglato un accordo anche per ribadire la legge regionale 17 del 18 marzo 2025.

Valorizzare la funzione sociale, educativa e formativa degli oratori, anche con l’istituzione di un tavolo permanente di confronto delle azioni comuni in materia di politiche educative. È quello che è racchiuso all’interno del protocollo d’intesa tra , siglato dal presidente Eugenio Giani e dal cardinale Augusto Paolo Lojudice, presidente della Conferenza Episcopale Toscana.
L’accordo nasce sulla scorta della legge regionale 17 del 18 marzo 2025 che – riconoscendo l’oratorio come strumento di contrasto ai fenomeni di emarginazione sociale e di stimolo al dialogo interculturale ed interreligioso – sostiene le attività promosse da parrocchie, enti ecclesiastici e associazioni riconosciute a favore di minori e adolescenti. La legge prevede un finanziamento triennale di 300mila euro per ciascuna annualità 2025, 2026, 2027.
“Sono particolarmente orgoglioso della firma di questo protocollo in attuazione della legge regionale 17 del marzo scorso, che nella terra di San Filippo Neri valorizza l’attività degli oratori proprio in Toscana dove essi nacquero oltre 400 anni fa – ha detto il presidente Giani – E’ importante sostenere queste attività di carattere sociale, interculturale e inclusivo, che riguardano così da vicino la vita e la socialità di tanti bambini, adolescenti e giovani. Lo faremo in rapporto costante con la Conferenza Episcopale Toscana, attraverso progetti sul territorio che vanno dalle attività sportive, alla formazione degli operatori, all’adeguamento delle strutture. Ringrazio il cardinale Augusto Paolo Lojudice, presidente della Conferenza Episcopale Toscana per la sua presenza qui oggi ” ha concluso Giani.
“Prosegue oggi – commenta il card. Augusto Paolo Lojudice, presidente della Conferenza Episcopale Toscana – una collaborazione che non si è mai interrotta con la Regione, su un argomento che riteniamo centrale come quello degli oratori, che sono luoghi importantissimi di aggregazione e anche di formazione. Certamente è centrale oggi ripensarli, andando incontro alle nuove esigenze delle famiglie, dei territori e, in modo particolare, dei ragazzi stessi, osservando le loro vite e provando a dare risposte alla luce dei loro problemi e dei loro bisogni. Come CET abbiamo anche pensato a un tavolo dedicato, che si occuperà di gestire questo rapporto con la Regione, con la quale parleremo sempre di progetti che devono essere il più possibile ragionati, sia dal punto di vista delle persone che da quello delle infrastrutture, per risultare davvero efficaci e concreti”.