Il Pd attacca Pardini: “Lucca tenuta in ostaggio sul futuro dell’acqua”

Il Pd attacca Pardini: “Lucca tenuta in ostaggio sul futuro dell’acqua”

Redazione

di Redazione

LUCCA - I dem: "Sostenere l’entrata in Gaia significa proprio dire no alla multiutility e dare seguito all’esito del Referendum 2011 per l’acqua pubblica”

“Da mesi assistiamo alla messa in scena di una propaganda dannosa, orchestrata dal sindaco Pardini per dare battaglia a un problema che lui stesso ha creato: la non gestione della scadenza della concessione GEAL (fissata al 31.12.2025) e la volontà ostinata di impedire l’ingresso di Lucca in un sistema pubblico più solido, come quello di Gaia. Cosa, quest’ultima, che significa dire no alla multiutility fiorentina, posizione che abbiamo sempre coerentemente ribadito come Partito Democratico lucchese, e sì alla volontà popolare espressa con il Referendum 2011”. Sono le consigliere e i consiglieri comunali del Partito Democratico lucchese a intervenire nuovamente sulla questione dell’acqua e della scadenza della concessione Geal.

“Ci sembra che qualcuno faccia volutamente finta di non capire – proseguono – non solo tra i supporter del Sindaco ma, anche tra chi, in teoria libero da vincoli, dovrebbe analizzare i fatti e riportare le notizie con l’obiettivo di informare correttamente. Con la scadenza fissata per il 31 dicembre 2025, la legge è chiara: la concessione non è più prorogabile. E invece di avviare con serietà il processo che porterebbe a una gestione pubblica, efficiente, territoriale e solida al servizio idrico lucchese, una gestione in cui il Comune di Lucca sarebbe – è bene ribadirlo – il primo e più importante azionista, il sindaco ha scelto di buttare tempo e denaro pubblico in contenziosi legali, seminando illusioni e paralizzando ogni possibilità di investimento: ecco dunque che la possibile proroga tecnica avanzata sia dall’Autorità idrica toscana che da Gaia è presto spiegata. Non tanto una vittoria ideologica ma una banale – quanto mai costosa e dannosa – attesa burocratica di un esito già scritto nonostante il teatrino di questi anni. Una messinscena che ha paralizzato investimenti urgenti, soprattutto in Oltreserchio e sta isolando la città rispetto ai Comuni limitrofi”.

“Ma il tentativo di prendere in giro la cittadinanza con ipotesi palesemente infondate non finisce qui. La novità delle ultime settimane è la stravagante tesi che l’ingresso Gaia determinerebbe alla sua scadenza (“tra “pochissimi anni”) l’ingresso nella multiutiliy. Una posizione assurda e ridicola. Tanto per cominciare, la concessione di Gaia scadrà tra 10 anni: per capirsi, gli amici di Lucca 2032 arriveranno al capolinea ben prima di Gaia. Lo stesso dicasi per l’eventuale e certamente non auspicabile eventuale secondo mandato di Pardini. E soprattutto non c’è alcun automatismo, anzi. L’ambito territoriale della Toscana Nord Ovest è ben separato da quello fiorentino e tale deve restare. La verità è esattamente l’opposto di ciò che sostiene la maggioranza ed anche qualche osservatore troppo schierato. Entrare in Gaia non significa svendersi alle logiche della multiutility fiorentina — contro cui il Partito Democratico di Lucca si è sempre dichiarato contrario. Anzi: significa rafforzare un’alternativa pubblica, territoriale, sostenibile come Gaia, unico gestore interamente pubblico in Toscana, con 350mila utenze e un assetto partecipativo che può essere migliorato proprio con l’ingresso di Lucca e della Piana nella stessa conferenza territoriale. L’importanza dell’acqua pubblica e l’importanza di dare a Lucca un ruolo centrale nella gestione della risorsa idrica è un percorso necessario su cui siamo impegnati in prima linea da sempre: un percorso che si costruisce dotando Lucca di un modello di servizio idrico pubblico, moderno, trasparente, forte e capace di programmare investimenti. Congelare tutto in nome dell’apparenza, per prendere tempo, magari a colpi di carte bollate significa solo vivacchiare”.

“Il TAR, infatti, non ha riconosciuto il diritto del Comune alla gestione autonoma dell’acqua – concludono -. Ha solo riconosciuto alcuni vizi procedurali, ma i requisiti imposti dalla legge per la gestione autonoma non ci sono, come ribadito da Ait anche nel suo secondo provvedimento. Per questo l’esito dei contenziosi è molto probabilmente scontato. Ma intanto — come sempre — saranno i cittadini a pagare il prezzo del tempo perso e delle occasioni mancate. E a qualcuno, questa, sembra una vittoria”.