“Non condivido la deriva nostalgica di Vannacci” spiega il consigliere regionale uscente che resta nel partito e fa campagna “per informando i cittadini di quanto ho fatto per il territorio”

“Nella Lega Toscana è in corso una sostituzione etnica tra Leghisti e Vannacciani”: Massimiliano Baldini, consigliere regionale uscente del Carroccio, sintetizza così le ragioni che lo hanno spinto a non ricandidarsi, dando forfait alla imminente competizione elettorale per la rielezione dell’assemblea toscana. Baldini punta il dito contro Roberto Vannacci, responsabile della campagna elettorale toscana, e in particolare contro la sua decisione di presentare un listino bloccato per garantire l’elezione ai suoi. Si tratta, scrive Baldini di persone “iscritte al partito da 4 mesi, alla faccia dei militanti della Lega che portano avanti il movimento da cinque, dieci, quindici, venti anni tutti i giorni sul territorio”. Il consigliere regionale uscente non lo dice ma a far traboccare il vaso sarebbe stata la candidatura proprio nel listino bloccato di Massimiliano Simoni, già ai vertici della Fondazione Versiliana e candidato sindaco a Pietrasanta con Fratelli d’Italia, da cui però è uscito più di un anno fa per entrare nel Carroccio, in quota Vannacci. Baldini precisa di non avere nulla di personale contro Simoni, ma contesta il metodo e la piega politica che sta prendendo il suo partito. “Non condivido la deriva nostalgica di Vannacci, che niente ha a che fare con il concetto di sovranismo identitario della rivoluzione salviniana” spiega ancora Baldini, dando voce a una posizione condivisa da diversi leghisti, ad esempio quelli viareggini. Il consigliere regionale uscente garantisce comunque fedeltà a Matteo Salvini, si impegna a completare il mandato e a fare campagna elettorale “informando i cittadini di quanto ho fatto per il territorio”.