LUCCA - A livello nazionale, il 2024 è stato l'anno peggiore, quanto a spazi naturali che sono stati trasformati in cemento e asfalto. Ma la provincia di Lucca, che ha un consumo di suolo maggiore rispetto alla media toscana e nazionale, con punte altissime in Versilia, nell'ultimo anno ha visto un rallentamento delle ruspe
Quando un campo diventa un capannone o una casa, quando un bosco viene tagliato per fare una strada, o un prato diventa un parcheggio asfaltato, si consuma suolo. È un processo in gran parte irreversibile che aumenta il rischio idrogeologico. In Italia si consumano circa 21 ettari al giorno, 2,4 metri quadrati ogni secondo. L’ISPRA, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, ha pubblicato i dati aggiornati, e il 2024 è stato purtroppo l’anno record dell’ultimo decennio.
In Toscana il consumo totale ha raggiunto il 6,20% del territorio regionale. Un dato sotto la media nazionale, ma con differenze marcate tra le diverse province. In quella di Lucca è ormai consumato il 9,15% del territorio: sopra sia la media toscana che quella nazionale. Nella regione, Lucca si colloca al quarto posto, a metà strada tra le zone più edificate, come Prato, e quelle più preservate, come Grosseto.
La nota positiva arriva guardando la dinamica recente: nell’ultimo anno sono stati consumati appena 15 ettari in più in tutta la provincia, uno degli incrementi più contenuti d’Italia e al nono posto su dieci in Toscana. E la metà dei comuni, 15 su 33, non ha registrato progressi delle ruspe.
Nel 2024 i tre comuni che hanno consumato più suolo in termini assoluti sono stati Lucca, Porcari e Capannori. Quanto al totale storico, invece, è la Versilia ad avere il record del suolo consumato: Forte dei Marmi supera il 46%, Viareggio il 38. Quadro completamente opposto in Garfagnana, dove le percentuali scendono spesso sotto il 5%.
