Viareggio - La crisi di martedì consente al sindaco di rimediare al vulnus che si era aperto con l'addio di Servetti, in violazione alla legge Delrio. Ma le conseguenze del terremoto in giunta rischiano scaldare ancora di più gli animi dei consiglieri comunali

E’ destinato ad aprire nuovi scenari, per ora difficilmente prevedibili, il terremoto che ha investito martedì la giunta viareggina. Non solo per la decisione del sindaco Giorgio Del Ghingaro di estromettere l’ex assessore Valter Alberici dalla giunte, innescando le dimissioni di Sandra Mei e Federico Pierucci. Ma anche per le modalità con cui la crisi si è dipanata. Martedì intorno all’ora di pranzo, Alberici avrebbe appreso della sua estromissione dalla giunta, consultando il sito del comune, senza nemmeno una telefonata dal Sindaco, con cui ha condiviso un percorso politico di oltre 20 anni. L’altro elemento che emerge dai rumors nel giorno della crisi è che lunedì Del Ghingaro avrebbe avuto un faccia a faccia con Mei e Pierucci, nel corso del quale avrebbe rifiutato le loro dimissioni. Si tratta, è bene ribadirlo, di voci perché oggi nessuno – né il sindaco né gli ex assessori – hanno voluto rilasciare dichiarazioni. Sicuramente la crisi in corso dà ampio margine al sindaco per ripristinare la parità di genere tra i suoi assessori, facendo entrare almeno una donna in giunta e andando a colmare quel vulnus – creato dall’avvicendamento tra Laura Servetti e Gabriele Tomei – finito nel mirino del Pd, con tanto di appello al Prefetto. Non solo. L’allontanamento di Alberici e le modalità con cui è avvenuto, sommato alle dimissioni di Mei e Pierucci, potrebbero avere ripercussioni dirette sulla tenuta della maggioranza e inasprire il clima in consiglio comunale. Per arrivare a fine mandato, l’amministrazione potrebbe quindi aver bisogno dei voti di parte del centro destra o di qualche assenza “strategica” tra i banchi dell’assise.