Le parole giuste per combattere la violenza di genere

Vittimizzazione secondaria

Le parole giuste per combattere la violenza di genere

Redazione

di Redazione

LUCCA - A Palazzo Ducale, a Lucca, si è tenuta, sabato 22 novembre, una conferenza sulla "vittimizzazione secondaria", perché ancora oggi troppo frequentemente ci si imbatte in ricostruzioni di cronaca piene di stereotipi, che offendono le vittime una seconda volta

Vittimizzazione secondaria

La scelta delle parole può proteggere dalla violenza di genere e incidere sulla cultura del rispetto. A Palazzo Ducale, a Lucca, si è tenuta, sabato 22 novembre, una conferenza sulla “vittimizzazione secondaria”, che era sì pensata per i professionisti della stampa, ma che – vista l’importanza del tema – era aperta a tutta la cittadinanza. Ancora oggi è purtroppo frequente imbattersi in ricostruzioni di cronaca che indugiano su particolari come “in che modo era vestita la donna”, o se a una festa aveva bevuto un bicchiere di troppo. E anche chi è vittima della violenza domestica si trova spesso di fronte a scelte difficili e a giudizi sociali non richiesti.

Raccontare correttamente le donne e la violenza di genere sui media è una questione di stringente attualità. A confrontarsi sul tema attuale sono state la giornalista e responsabile della comunicazione Donne Insieme Valdelsa/Centro antiviolenza, Barbara Amoroso Donatti; l’avvocata del gruppo delle legali di Donne Insieme Valdelsa/Centro antiviolenza, Monica Fara che ha una specializzazione come criminologa specializzata in vittimizzazione secondaria; la giornalista Marianna Esposito, impegnata in particolare sulle tematiche di empowerment al femminile.

Gli esempi riportati in aula hanno modo di comprendere in modo pratico e non teorico la delicatezza del ruolo delle parole scelte per descrivere le situazioni, partendo da esperienze dirette con i centri Antiviolenza, grazie alle testimonianze di una legale che lavora a stretto contatto con le donne vittime di violenza.