Viareggio - Venerdì riparte il processo contro l'imprenditrice viareggina che investì ripetutamente e uccise il senza tetto che l'aveva appena borseggiata
La coppia che, durante la passeggiata col cane, trovò Nourdine Mezgoui esanime sul marciapiede, la proprietaria del ristorante dove aveva cenato Cinzia Dal Pino e dove la donna tornò, subito dopo aver investito il suo borseggiatore, per restituire l’ombrello preso in prestito. E ancora il personale del 118 intervenuto in via Coppino, le forze dell’ordine incaricate di indagare sulla notte tra l’8 e il 9 settembre del 2024 e poi i consulenti. Stefano Pierotti, il medico legale che eseguì l’autopsia sul corpo di Mezgoui e l’ingegner Fabio Bernardini che attraverso il gps dell’auto, le telecamere della zona, ha ricostruito gli spostamenti della Dal Pino e la dinamica dell’investimento. Ripartirà con l’esame dei testi nominati dal Pubblico Ministero, Sara Paolino, venerdì mattina in Corte d’Assise a Lucca il processo per omicidio aggravato contro Cinzia Dal Pino, l’imprenditrice balneare viareggina che investì ripetutamente provocandone la morte Nourdine Mezgoui, il 54enne marocchino da anni in città senza fissa dimora. La famiglia dell’uomo è rappresentata dagli avvocati Enrico Carboni e Gian Marco Romanini mentre l’imputata è assistita dal professor Enrico Marzaduri. Nel corso dell’udienza saranno cosí ricostruite le ultime ore della vittima e soprattutto i movimenti dell’imputata. Per le prossime udienze invece la corte sarà chiamata anche a esaminare la consulenza psichiatrica effettuata dagli specialisti su Dal Pino, dalla quale emergerebbe il profilo di una persona che, già prima dei fatti, versava in condizioni di estrema fragilità tanto da essere sottoposta a una terapia farmacologica. Un fattore, quello della salute mentale di Dal Pino, che potrebbe essere determinante per stabilire l’intenzionalità del suo gesto o la sua capacità di intendere e di volere al momento dei fatti.
