Carrara - La notizia dell'ennesimo cedimento nello storico palazzo scatena la reazione dei residenti del centro città. Per qualcuno è tutta colpa della burocrazia, per altri la responsabilità è della società proprietaria del Teatro
L’amarezza delle parole di questa residente del Politeama, è l’amarezza di un intera comunità che nel giro di pochi anni ha dovuto assistere, praticamente inerme, al declino di un luogo simbolo della città. E’ la triste storia del Palazzo Politeama e del suo palco prestigioso incastonato in un gioiello architettonico firmato da Leando Caselli, allievo del papà della Mole Antonelliana. Un declino iniziato, paradossalmente, con la ristrutturazione degli anni ‘90 che fece passare da 41 a 69 gli alloggi affacciati sul teatro, con conseguente compromissione della capienza della sala. Un declino accelerato, in modo repentino, dal cedimento di una colonna nel foyer del teatro, nel giugno 2008 – che segnò la parola fine su rappresentazioni e proiezioni. Un declino sancito per ora in via definitiva dal crollo di tre solai, sull’ala di via Roma, nel marzo del 2011
Una storia passata al vaglio della magistratura, con un processo chiuso dopo 16 anni con due condanne ma che ha lasciato aperti i problemi del palazzo. Due i sindaci che si sono trovati sul tavolo il dossier Politama e che hanno provato, senza successo, a convincere la Caprice, proprietaria del teatro, ad avviare la ristrutturazione. Adesso tocca a Serena Arrighi.
