LUCCA - L'Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente "Vega" ha rielaborato i dati Inail disponibili fino a fine ottobre e mostra la situazione provincia per provincia. Territorio apuano in "zona rossa" con un'incidenza dei decessi rapportata al milione di lavoratori superiore alla media nazionale. Lucca invece in zona bianca
Oltre metà dell’Italia resta in “zona rossa” per quanto riguarda le morti sul lavoro. Nei primi dieci mesi del 2025 si sono contati 657 infortuni mortali, più altri 239 nel percorso da casa al luogo dove si svolge l’attività lavorativa. L’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente “Vega”, che ha rielaborato i dati Inail finora disponibili, mostra la situazione provincia per provincia. Va meglio la provincia di Lucca, che da gennaio a ottobre ha avuto tre casi di decessi sul lavoro, quindi un’incidenza rapportata al milione di lavoratori – il raffronto statistico usato a livello nazionale – di 17,5. Un valore che la colloca in zona bianca. Male invece quella di Massa-Carrara, che con tre morti su un numero di occupati molto più basso – poco più di 80 mila contro gli oltre 170 mila della provincia di Lucca – resta in piena zona rossa con un’incidenza sul milione di 37,1.
Il settore più gravato dalle morti sul lavoro a livello nazionale resta quello delle costruzioni; la fascia d’età più colpita in termini assoluti è quella tra i 55 e i 64 anni (con 240 vittime), mentre, quanto all’incidenza, la situazione peggiore è tra gli over 65. Il giorno della settimana che risulta “più pericoloso” è il lunedì, e le donne muoiono di più nel percorso casa-lavoro che non sul posto di lavoro in sé. Numeri, questi, che non sono solo numeri, ma madri, padri, figli o fratelli, scomparsi mentre svolgevano il loro mestiere, e che restano drammaticamente alti.
