Stelle di Natale: ecco come farle vivere a lungo

Stelle Natale

Stelle di Natale: ecco come farle vivere a lungo

Redazione

di Redazione

VIAREGGIO - Il distretto apuo-viareggino rappresenta una delle eccellenze della coltivazione in serra di queste splendide piante, con oltre 5 milioni di esemplari prodotti e un giro d'affari stimato tra i 12 e i 13 milioni di euro. E i florovivaisti ci hanno spiegato come mantenerle in perfetta forma

Stelle Natale

Per la scienza è la Euphorbia pulcherrima. Per tutti noi, la Stella di Natale. È originaria del Messico, dove in natura raggiunge i quattro metri d’altezza, ma è molto diffusa in Italia, con il distretto apuo-viareggino che rappresenta una delle eccellenze della sua coltivazione in serra, con oltre 5 milioni di esemplari prodotti e un giro d’affari stimato tra i 12 e i 13 milioni di euro. Purtroppo, nelle nostre case, a differenza che nel suo habitat naturale, non solo non raggiunge i quattro metri, ma spesso non arriva neppure all’Epifania. Dove sbagliamo? I florovivaisti ci danno qualche consiglio per allungare la vita a questa bellissima pianta.

Bisogna anche evitare di esporre eccessivamente la pianta alla luce, solare o artificiale che sia. La sua fioritura avviene in pieno inverno, quando le giornate sono più corte, e se resta illuminata per più di otto ore, va in stress e finisce per rovinarsi in fretta. Ed è un vero peccato, visto che la stella di natale è anche un ottimo alleato della salute, funzionando come una sorta di filtro naturale:

Le stelle di natale rosse sono il grande classico. Ma ormai se ne trovano sempre più spesso anche di rosa, gialle, albicocca, bianche, maculate e multicolore. E poi ci sono quelle con il fiore a forma di cuore, simile ad una lancia o che assomigliano alle orecchie di Topolino.

“La coltivazione di Stelle di Natale si conferma un pilastro dell’economia florovivaistica della Toscana”,  spiega Letizia Cesani, Presidente Coldiretti Toscana. “Il comparto, malgrado le tante difficoltà che sta attraversando e la concorrenza dei Paesi stranieri, soprattutto quelli africani e sudamericani dove si sfrutta la manodopera e si fanno usi massicci di fitofarmaci, sta dimostrando una straordinaria resilienza. L’impegno e gli investimenti dei floricoltori stanno portando velocemente il settore verso una sostenibilità matura e strutturale che passa attraverso l’impiego per esempio di materiali a km zero per la terra per sostituire torba e fibra di cocco, la produzione di energie rinnovabili per il riscaldamento delle serre, sempre più intelligenti ed automatizzate, ed un utilizzo responsabile ed attento dell’acqua e dei concimi. Elementi che puntano a rendere il nostro florovivaismo green e competitivo”.

Per la Stella di Natale è stata una stagione tutto sommato positiva rispetto alle precedenti. Stabile la produzione così come i costi degli input produttivi, soprattutto gasolio, il cui prezzo dipende anche da fattori internazionali, poi concimi e vasetteria, senza dimenticare le importazioni selvagge soprattutto dall’Olanda, che reimmette sul mercato comunitario fiori coltivati in condizioni di sfruttamento, e gli attacchi degli insetti alieni. Una mano è arrivata quest’anno però proprio dal clima che nelle ultime stagioni aveva penalizzato questa coltivazione: le temperature miti di ottobre e novembre hanno ridotto le ore di accensione del riscaldamento nelle serre dove sono necessarie tra i 15 e i 20 gradi per attivare il processo di crescita e di colorazione delle piante. Un aiuto inaspettato che ha permesso alle imprese floricole specializzate nella coltivazione di Stelle di Natale di abbattere i costi almeno di questa voce.