Inducevano i famigliari del defunto a scegliere determinate aziende per le esequie. Un sodalizio tra un medico di una struttura sanitaria privata, un necroforo della Asl e un'agenzia di pompe funebri versiliese messo in piedi per indirizzare la scelta dei funerali. A smascherarlo sono state le indagini della Questura e della Procura di Lucca.

Quattro le misure cautelari scattate mercoledì mattina nell’inchiesta, partita da un esposto presentato direttamente alla Procura della Repubblica. Nei guai è finito un medico ematologo, che operava nella struttura privata convenzionata con la sanità pubblica, accusato di abuso di ufficio e sospeso dall’esercizio di “qualsiasi servizio o funzione pubblica”. Stesso provvedimento e stessa accusa per un necroforo in forza ad una struttura della Asl: avrebbero violato il dovere di imparzialità, riservatezza e correttezza.
Per il contitolare e un collaboratore dell’agenzia funebre della Versilia è stato deciso l’obbligo di presentazione periodica alla polizia giudiziaria. Entrambi sono accusati di aver corrotto il medico per ottenere informazioni utili ad assicurarsi il funerale della persona deceduta in quella stessa struttura sanitaria dove lavorava il dottore. L’indagine ipotizza inoltre che uno degli indagati avrebbe esercitato abusivamente la professione sanitaria, agevolato in questo da altre persone regolarmente iscritte agli ordini professionali sanitari.
Prima di arrivare alle misure cautelari, disposte dal Gip di Lucca, sono state eseguite sei perquisizioni che hanno portato al sequestro di materiale informatico e di un ingente quantitativo di medicinali e presidi sanitari. Sono in corso accertamenti specifici per chiarirne la provenienza.
La Questura fa sapere che si tratta di una struttura sanitaria che si trova in Versilia e che i fatti risalgono all’ultimo periodo del 2019 e al 2020.